Com’è cambiata la televisione di destra negli Stati Uniti

Per quattro anni Trump ha usato il potere dei media a proprio vantaggio, soprattutto quello di Fox News, e ora si è aperto nuovo spazio per televisioni ancora più estremiste

di Francesca Maria Lorenzini

Manifestazione contro Fox News a New York, il 13 marzo 2019 (Drew Angerer/Getty Images)
Manifestazione contro Fox News a New York, il 13 marzo 2019 (Drew Angerer/Getty Images)

Negli ultimi quattro anni la comunicazione delle televisioni statunitensi è cambiata, uno dei molti effetti di un mandato presidenziale mai visto prima come quello di Donald Trump, che ha prima causato e poi ha saputo trarre vantaggio da questa trasformazione del panorama mediatico.

La principale via di comunicazione dell’amministrazione Trump è stata probabilmente Twitter, ma ha avuto un ruolo centrale anche Fox News, il network di riferimento del pubblico Repubblicano fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1996.

Donald Trump non ha mai nascosto la sua simpatia per l’emittente, che ne ha in parte influenzato la politica. Negli ultimi quattro anni Trump ha seguito assiduamente le trasmissioni di Fox News, segnalando e commentando quotidianamente su Twitter quello che ascoltava dalla televisione. Non ha mai nascosto la sua vicinanza a Sean Hannity, commentatore politico e figura di spicco del network, a cui Trump ha concesso molte interviste, a cui ha telefonato in diretta, e che ha presidiato ogni giorno con i suoi più fedeli consiglieri.

In un articolo del 2017 sul New Republic, il giornalista Alex Shephard scriveva: «Donald Trump sta trattando Fox News come se fosse la televisione di stato», e si soffermava in particolare sulla copertura riservata dal network all’inchiesta sulle interferenze russe nella campagna elettorale americana del 2016. Quando la CNN ritrattò una storia che riguardava Anthony Scaramucci, ex direttore della comunicazione della Casa Bianca, Fox News e altri media di destra accusarono il canale di all news di spargere notizie false. Queste accuse furono presto accompagnate da diversi tweet in cui Trump raccomandava di boicottare CNN.

Donald Trump durante un’intervista con il giornalista di Fox News Bill Hemmer, il 24 marzo 2020 (AP Photo/Evan Vucci)

La tesi di Shephard è analoga a quella di Bret Baier, storico presentatore della stessa Fox News, che in un’intervista del 2018 al New Yorker ammise di temere che il network fosse diventato il canale ufficiale del governo.

Il giornalista della CNN Brian Stelter, esperto di comunicazione, è però dell’opinione che Fox News non sia stata davvero controllata dall’amministrazione, bensì sostenuta. L’emittente possiede molta visibilità tra il pubblico conservatore e ciò le conferisce un grande potere nell’indirizzare l’opinione degli spettatori: nell’ultimo anno Fox News ha tentato di ridimensionare la gravità della pandemia, assumendo le stesse posizioni di Trump e diffondendo teorie cospirative che hanno portato molte persone a minimizzare gli effetti del virus.

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Ma anche un rapporto apparentemente lineare come quello di Trump e Fox News, in realtà, è cambiato significativamente in questi quattro anni.

Le due parti si sono reciprocamente allontanate, soprattutto negli ultimi due anni: da quando, cioè, Trump ha iniziato ad accusare Fox News di essere diventata troppo critica con la sua amministrazione. Le lamentele di Trump sono arrivate perfino a coinvolgere la copertura riservata dal network ai sondaggi elettorali di quest’anno, che inevitabilmente dava conto del vantaggio dei Democratici. La frattura finale con il pubblico è però arrivata dopo le elezioni del 3 novembre, quando Fox News ha deciso di dissociarsi (almeno parzialmente) dalle infondate accuse dell’amministrazione Trump sui presunti brogli elettorali che avrebbero portato alla vittoria del Democratico Joe Biden. Tale rottura ha fatto la fortuna di altre emittenti conservatrici, che hanno portato definitivamente a termine quella che era stata una lunga battaglia di posizione per occupare lo spazio che era stato per vent’anni di Fox News.

Testate come NewsMax e OANN (One America News Network), che avevano già accumulato un grosso bacino di pubblico negli ultimi anni presentandosi come i network della destra radicale e cavalcando le più popolari teorie complottiste, stanno ora canalizzando gli ascolti di quell’America che insieme al suo presidente non accetta il risultato delle elezioni.

NewsMax nacque nel 1998 da Christopher Ruddy, giornalista che aveva iniziato la propria carriera al New York Post e al Pittsburgh Tribune-Review specializzandosi in teorie cospirative su Bill e Hillary Clinton, contenuti per i quali il network era inizialmente diventato noto. NewsMax è una piattaforma apertamente pro Trump dal 2016 ma, fino al 2019, era passata abbastanza inosservata.

Ciò è cambiato con l’arrivo della pandemia e la successiva campagna di disinformazione che ne ha aumentato gli ascolti tra il pubblico negazionista e scettico. Tra i volti principali di questi mesi ci sono state Lynnette Hardaway e Rochelle Richardson, in arte “Diamond & Silk”, video-blogger che hanno iniziato a collaborare con il network dopo essere state licenziate da Fox News per aver diffuso teorie cospirazioniste sul Covid-19.

Nelle settimane successive alle elezioni, NewsMax ha registrato un aumento degli ascolti in prima serata del 277% con una media di 370mila spettatori, mentre Fox News calava del 29%. Tutto ciò è stato possibile portando avanti una narrazione che ha contribuito a creare un universo alternativo in cui Trump aveva vinto le elezioni.

OANN aveva invece fatto parlare di sé già prima delle elezioni. Era entrata nelle grazie di Trump nel 2016, quando era stato il primo canale a trasmettere i comizi del candidato in versione integrale e a minimizzare le notizie che potessero metterlo in cattiva luce, tra cui la questione delle interferenze russe nella campagna elettorale. Da allora più volte il presidente aveva mostrato pubblicamente il suo apprezzamento per il network.

L’emittente fu fondata nel 2013 da Robert Herring, un imprenditore hi-tech convinto che Fox News fosse troppo blanda nei confronti di Barack Obama. Herring aveva così deciso di lanciare il proprio canale populista e nazionalista. OANN è nota per i servizi incentrati sui crimini commessi dagli immigrati e per la diffusione di teorie del complotto su importanti personalità Democratiche, come nel caso del Pizzagate, la teoria secondo cui Hillary Clinton e altri membri del Partito Democratico gestiscono una rete pedofila con sede in una pizzeria di Washington. Si tratta di narrazioni che hanno acuito le divisioni culturali e politiche nel paese, aumentando episodi di razzismo e discriminazione.

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Più recentemente OANN aveva rilanciato la teoria secondo cui il coronavirus sarebbe stato prodotto in laboratorio, per poi essere diffuso in Occidente per volontà del Partito comunista cinese. Aveva inoltre accusato il movimento Black Lives Matter di incoraggiare l’intolleranza nei confronti dei bianchi e della storia americana, e più recentemente ha sostenuto le accuse di Trump sui brogli elettorali.

Con molta probabilità Trump continuerà ad avere una grande influenza politica e mediatica anche dopo aver lasciato la Casa Bianca e, da qualche settimana, si dice che stia progettando una TV personale proprio per fare concorrenza a Fox News. Un canale personale gli permetterebbe di capitalizzare la sua popolarità e mantenere vivo il “trumpismo” attraverso una programmazione ad hoc. Potrebbe inoltre alimentare l’ipotesi di una presunta rielezione per il 2024, scrive la NBC.

Questo e gli altri articoli della sezione L’America che ha lasciato Trump sono un progetto del corso di giornalismo 2020 del Post alla scuola Belleville, pensato e completato dagli studenti del corso.