Il Senato ha definitivamente approvato la modifica dei “decreti sicurezza”

Uno striscione di protesta di senatori e senatrici della Lega durante le dichiarazioni di voto prima della fiducia sul decreto sull'immigrazione, al Senato, il 18 dicembre 2020 (ANSA)
Uno striscione di protesta di senatori e senatrici della Lega durante le dichiarazioni di voto prima della fiducia sul decreto sull'immigrazione, al Senato, il 18 dicembre 2020 (ANSA)

Nel tardo pomeriggio del 18 dicembre, il Senato ha definitivamente approvato il decreto che modifica i cosiddetti “decreti sicurezza” voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, già approvato dalla Camera dei deputati il 9 dicembre. Il nuovo decreto elimina le dure misure restrittive sull’immigrazione e l’integrazione che erano entrate in vigore tra il 2019 e il 2018: ha reintrodotto di fatto la “protezione umanitaria” (chiamata “protezione speciale”) per i richiedenti asilo e ha ridotto le multe per le ong che soccorrono i migranti in mare. La modifica è stata approvata con 153 Sì, 2 No e 4 astensioni.

Il primo decreto sicurezza di Salvini aveva cancellato i permessi di soggiorno per ragioni umanitarie, una delle tre forme di protezione che potevano essere accordate ai richiedenti asilo (insieme all’asilo politico vero e proprio e alla protezione sussidiaria). Il nuovo decreto, ora diventato legge, ha introdotto la protezione speciale e prevede che si possano convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro i permessi di soggiorno per protezione speciale e i permessi per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza minori.

Per quanto riguarda le operazioni di salvataggio in mare, il nuovo decreto prevede che il divieto di ingresso nelle acque territoriali possa essere imposto alle navi delle ong solo se non avranno comunicato alle autorità italiane e a quelle del paese di appartenenza le loro operazioni. Le multe massime per l’infrazione di queste regole non potranno superare i 50mila euro e sono state eliminate le sanzioni amministrative che erano state introdotte con i decreti sicurezza, compresa la confisca della nave. È rimasto, per chi violerà il divieto di ingresso, il rischio di reclusione fino a 2 anni «nel caso in cui ricorrano i motivi di ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti via mare».