Un ripasso su cosa si può fare nelle regioni rosse, arancioni e gialle

Serve a chi abita nelle otto regioni e nella provincia autonoma che domenica cambieranno colore, con nuove regole da seguire

(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Da domenica 6 dicembre otto regioni e una provincia autonoma cambieranno colore grazie al miglioramento della situazione legata all’epidemia da coronavirus. Campania, provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta e Toscana passeranno dall’area rossa a quella arancione e si aggiungeranno a Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte. Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria passeranno dall’area arancione a quella gialla, insieme a Lazio, Liguria, Molise, provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia e Veneto. L’unica regione a rimanere nell’area rossa sarà l’Abruzzo.

Cosa si può fare nelle aree gialle
Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Puglia, Umbria, Lazio, Liguria, Molise, provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia

Sono quelle in cui la situazione epidemiologica è migliore e sono quindi in vigore le regole considerate di base.

Ci si può spostare all’interno della regione, rispettando il coprifuoco nazionale in vigore dalle 22 alle 5.

Nelle scuole superiori la didattica avviene completamente a distanza, tranne che per attività di laboratorio e per gli studenti con disabilità, mentre nelle scuole elementari, medie e per l’infanzia si può fare attività didattica in presenza, usando obbligatoriamente le mascherine (tranne che per i bambini di età inferiore ai 6 anni). Le università restano chiuse, salvo alcune attività per le matricole e i laboratori.

Bar e ristoranti possono restare aperti dalle 5 alle 18; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico, ma è consentita la ristorazione con consegna a domicilio e fino alle 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto.

Restano chiusi musei, mostre, teatri, piscine, palestre, cinema e sono sospese le attività di sale scommesse, sale giochi, bingo e slot machine anche nei bar e nelle tabaccherie. Restano aperti i centri sportivi.

La capienza massima dei mezzi di trasporto pubblico è ridotta al 50 per cento, con l’eccezione dei mezzi per il trasporto scolastico.

Cosa si può fare nelle aree arancioni
Lombardia, Piemonte, Campania, Toscana, provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria

È vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dalla regione e dal proprio comune di residenza, salvo per esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute.

È comunque consentito spostarsi per assicurare lo svolgimento della didattica in presenza: questi spostamenti riguardano quindi docenti, alunni e i loro accompagnatori. Non ci sono limiti agli spostamenti all’interno del comune di residenza, quindi si potrà uscire di casa, anche se il governo raccomanda di limitare gli spostamenti non necessari. Anche qui la capienza massima dei mezzi di trasporto pubblico è ridotta al 50 per cento, con l’eccezione dei mezzi per il trasporto scolastico.

Come nelle aree gialle, la didattica resta completamente a distanza nelle superiori, tranne che per attività di laboratorio e per gli studenti con disabilità, mentre nelle scuole elementari, medie e per l’infanzia si può fare attività didattica in presenza, usando obbligatoriamente le mascherine (tranne che per i bambini di età inferiore ai 6 anni). Le università restano chiuse, salvo alcune attività per le matricole e i laboratori.

Restano chiusi al pubblico bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, che possono effettuare esclusivamente il servizio d’asporto fino alle 22 e a domicilio. Possono invece riaprire tutte le attività commerciali, quindi non solo quelle di generi alimentari.

Cosa si può fare nelle aree rosse
Abruzzo

Gli spostamenti sono consentiti solo all’interno del proprio comune di residenza e sono limitati alle attività strettamente necessarie: altrimenti è obbligatorio rimanere nella propria abitazione.

La didattica si svolge a distanza non solo nelle scuole superiori ma anche per le classi di seconda e terza media; continua in presenza nelle scuole per l’infanzia, nelle elementari e nelle classi di prima media. Il mezzi pubblici si possono riempire solo fino al 50 per cento della capienza, fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico.

Bar e ristoranti restano chiusi al pubblico; sono consentiti il servizio d’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio. I negozi e le attività commerciali restano chiusi, tranne i supermercati, quelli che vendono generi alimentari e di prima necessità, le edicole, le tabaccherie, le farmacie, le parafarmacie, le lavanderie, i parrucchieri e i barbieri; sono chiusi i centri estetici.

Sono sospese tutte le competizioni sportive salve quelle riconosciute di interesse nazionale dal CONI (Comitato nazionale italiano) e dal CIP (Comitato italiano paralimpico). È consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all’aperto in forma individuale.

Le regole per le feste
Oltre alle regole previste per le singole aree, stabilite dal DPCM (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) del 3 novembre e poi confermate fino al 15 gennaio, dal 4 dicembre saranno in vigore anche altre regole valide per le feste e fino al 6 gennaio 2021 in tutto il territorio nazionale: si possono leggere più estesamente qui. In particolare, resterà in vigore il coprifuoco su tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5 del mattino, ma per la notte di Capodanno sarà esteso dalle 22 alle 7 del mattino. I negozi potranno restare aperti fino alle 21 ma, fino al 15 gennaio, nei giorni festivi e prefestivi nei centri commerciali potranno restare aperti solo alimentari, farmacie, parafarmacie, sanitari, tabaccherie, edicole e vivai.

– Leggi anche: Le regole in vigore per Natale e le feste

Dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati tutti gli spostamenti da una regione all’altra (comprese le province autonome di Trento e Bolzano) anche per raggiungere le seconde case. Il 25 e il 26 dicembre e il primo gennaio saranno vietati anche gli spostamenti tra comuni. In queste giornate ci si potrà spostare tra i comuni solo per esigenze lavorative, motivi di salute e casi di necessità, o per raggiungere la propria residenza, il proprio domicilio o un’abitazione dove si vive con una certa periodicità: le coppie che vivono lontane per ragioni di lavoro dunque potranno riunirsi.