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  • Venerdì 27 novembre 2020

L’archivio storico della Stampa sta per sparire

Almeno da internet, dove è consultabile gratuitamente dal 2010: c'entrano l'imminente disuso di Flash e un limbo amministrativo, spiega Mario Tedeschini-Lalli

Una delle prime pagine della Stampa, quella del 18 aprile 1970, che si può cercare e vedere grazie all'Archivio storico della Stampa
Una delle prime pagine della Stampa, quella del 18 aprile 1970, che si può cercare e vedere grazie all'Archivio storico della Stampa

Su Medium Mario Tedeschini-Lalli, ex giornalista di Repubblica e grande esperto di informazione digitale in Italia, ha spiegato come mai nelle prossime settimane – forse dal 15 dicembre – il sito dell’archivio storico del quotidiano La Stampa, consultabile gratuitamente da tutti dal 2010, potrebbe sparire. Infatti a partire dal 2021 non sarà più possibile utilizzare la tecnologia che ne rende possibile la consultazione, cioè il plugin Flash Player, a proposito del quale chi usa abitualmente un computer avrà visto innumerevoli avvisi in questi mesi. Tuttavia la vera ragione per cui l’archivio – un utile strumento di ricerca per giornalisti, studenti e chiunque ne abbia bisogno – non sarà più consultabile è più complessa, ed è legata alla scomparsa dell’ente che lo creò dieci anni fa.

Tra poche settimane, 138 anni di storia italiana scompariranno dal web, a meno di qualche miracolo finanziario e amministrativo, e non si sa con precisione quando o come potranno ricomparire. L’archivio storico della Stampa rischia di rimanere vittima della rapida obsolescenza degli strumenti digitali e di una serie di complicate circostanze proprietarie e tecnologiche.

Stiamo parlando di oltre 12 milioni di articoli e di 1.761.000 pagine pubblicati a partire dal 9 febbraio 1867, quando uscì a Torino il primo numero della Gazzetta Piemontese (diventata La Stampa nel 1894), fino al 2005. È una fonte straordinaria di informazioni per storici, giornalisti e cittadini che possono gratuitamente sfogliarla e, ancor più utilmente, farne oggetto di ricerca. Digitalizzate tutte le pagine, ne è stato infatti estratto il testo, il che rende possibile andare in cerca del classico ago nel pagliaio tra miliardi di parole — fatte salve le approssimazioni, in alcuni casi inevitabili, dovute al programma impiegato per il riconoscimento dei caratteri.

Avere a disposizione i testi integrali di 138 anni di giornalismo, inoltre, ha reso possibile applicare ad essi un software per la classificazione semantica dei contenuti che — per esempio — associa tutti gli articoli che parlano di uno stesso argomento (ad es.: Cuneo, Garibaldi, il Consorzio agrario di una qualunque località agricola, ecc.), rendendo più navigabile e ricercabile l’oceano d’informazioni disponibili.

L’articolo o la pagina che interessa può infine essere anche salvata e stampata in formato pdf.

Tutto questo sparirà al più tardi il 1 gennaio 2021, o meglio non sarà possibile vederlo perché per farlo occorre avere installato nel proprio browser un piccolo programma di visualizzazione che il 31 dicembre 2020 cesserà di essere utilizzabile, il plugin Flash player.

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