«Nel caso, mia moglie sarebbe d’accordo»

Lo ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, parlando dell'ipotesi che venga nominato commissario della Sanità in Calabria

(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Da giorni si parla di chi sarà il nuovo commissario alla Sanità della Calabria, dopo che nelle ultime settimane si sono dimessi ben tre commissari: prima Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli, in seguito ad altrettanti casi mediatici, e poi Eugenio Gaudio, a un solo giorno dalla sua nomina. Gaudio, che è un medico ed ex rettore dell’università Sapienza di Roma, aveva spiegato a Repubblica che le sue dimissioni erano dovute a “motivi personali e familiari”, spiegando che sua moglie «non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro».

Negli ultimi giorni si sono fatti diversi nomi per il prossimo commissario, anche se il governo non ha ancora preso una decisione definitiva. Tra questi c’è Agostino Miozzo, attuale coordinatore del Comitato tecnico-scientifico del governo per l’emergenza sanitaria. Intervistato nel corso della trasmissione del Radio24 24 Mattino, il giornalista Simone Spetia ha chiesto Miozzo se avesse ricevuto una proposta dal governo, e Miozzo, pur non confermando nulla, ha risposto dicendo che sua moglie non avrebbe nulla in contrario, facendo riferimento alle dimissioni di Gaudio:

«Siccome è da ieri notte che ne stiamo parlando, [mia moglie] mi ha terrorizzato dicendomi “non ti permettere di citare il fatto che io ho qualcosa contro la Calabria”. Nel caso, lei sarebbe d’accordo».

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L’assessorato alla Sanità della regione è commissariato dal 2009 per via di un debito enorme e di radicate infiltrazioni della criminalità organizzata. Nel frattempo la regione è riuscita a rientrare nei debiti ma ha di fatto smantellato il suo sistema sanitario, di gran lunga il peggiore fra le regioni italiane: la regione era stata inclusa nelle “zone rosse” decise dal governo per contenere la pandemia da coronavirus sebbene avesse un numero di contagi irrisorio rispetto alle altre regioni italiane. Eppure il sistema sanitario regionale è collassato da diverse settimane.