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  • Venerdì 20 novembre 2020

I libri rari e antichi vendono di più

Perché gli appassionati ricchi sono ricchi anche durante la pandemia e a guardare i dati delle grandi case d'asta stanno investendo

Una rara copia di Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Isaac Newton tradotto in inglese 
(ANSA)
Una rara copia di Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Isaac Newton tradotto in inglese (ANSA)

William Shakespeare scrisse, molto probabilmente, il Re Lear in quarantena, durante un picco di contagio di peste bubbonica; quattrocento anni dopo la prima edizione della tragedia, pubblicata in una miscellanea delle opere del suo autore nel 1623, è stata venduta durante un altro lockdown, quello per contenere il contagio del coronavirus. È stata battuta all’asta da Christie’s in ottobre per 10 milioni di dollari (8,4 milioni di euro), un rialzo notevole del prezzo di partenza, stimato tra i 4 e i 6 milioni di dollari.

Il cosiddetto “First Folio” di Shakespeare, rarissimo in versione completa, non è un caso isolato e dall’inizio del lockdown il mercato dei libri e dei manoscritti rari e antichi sta prosperando, in controtendenza rispetto alle difficoltà degli altri settori dell’editoria. Succede perché i libri antichi sono oggetti di lusso acquistati soprattutto da ricchi appassionati, simili a tappeti preziosi, gioielli o auto d’epoca, le cui vendite sono aumentate dall’inizio della pandemia. Chi se li può permettere in molti casi non è stato toccato dalla crisi e si ritrova con più soldi, non avendoli spesi in cene al ristorante o in vacanze, e con più tempo libero per scorrere i cataloghi e fare acquisti online.

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Non esistono numeri precisi sul mercato dei libri antichi e fanno notizia soprattutto le vendite più ingenti e rare: «ci si basa interamente sugli aneddoti e tutto dipende dalla qualità del materiale» ha detto a Bloomberg Christina Geiger, a capo del dipartimento di libri e manoscritti di Christie’s a New York. La maggior parte dei venditori concorda sulla crescita del settore e sulla sua tenuta anche durante la crisi portata dal coronavirus. Quello che è cambiato è il modo di vendere i libri: James Gannon, direttore della sezione libri rari della casa d’aste texana Heritage Auctions, ha spiegato che «alle fiere ci vanno sempre meno collezionisti e meno persone e molti librai hanno chiuso e vendono solo online: questo perché i clienti entrano nei negozi, poi cercano i libri online e li trovano a prezzi più bassi».

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Anche in questo settore, il coronavirus ha accelerato meccanismi già esistenti: «lo spostamento online era iniziato prima del Covid, che semplicemente lo ha enormemente intensificato», ha detto David Goldthorpe, a capo del dipartimento di libri antichi e manoscritti dell’asta Sotheby’s a Londra. Durante la pandemia, tutte le vendite di libri antichi nelle aste online di Christie’s hanno superato il prezzo di partenza iniziale più basso. Per esempio il mese scorso, una miscellanea di opere di Aristotele stampata nel Cinquecento e stimata inizialmente tra i 200mila e 300mila dollari è stata venduta online per 475mila dollari (circa 400mila euro). Lo stesso è successo ad altre case d’aste, come conferma Gannon della Heritage Auctions: la terza asta della libreria dell’editore Otto Penzler, per esempio, ha raddoppiato la sua stima iniziale.

Lo spostamento online ha modificato il mercato e i suoi equilibri e ha riacceso l’interesse su opere che in precedenza erano state ignorate. Darren Sutherland, del dipartimento di libri rari della casa d’aste Bonhams di New York, ha raccontato che in estate «abbiamo venduto per 143mila dollari una lettera di Wittgenstein» che qualche anno fa era stata presentata da Christie’s con un prezzo iniziale di 50mila dollari e non era stato venduta. Il motivo, secondo Sutherland, è che le persone, stando a casa, hanno più tempo per studiare i cataloghi e più mezzi per arricchire le loro collezioni. In questo periodo sono andati molto bene i testi di carattere scientifico e matematico, con autori come Wittgenstein, Newton e Darwin. Per esempio a fine ottobre Bonhams ha venduto una prima edizione di L’origine della specie di Darwin per 168.825 dollari (pari a 141mila euro), con un prezzo iniziale stimato tra i 90.000 e i 120.000 dollari.

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Allo stesso tempo, internet ha contribuito a rendere comuni libri che prima sembravano rari, perché è più facile trovare altre copie online, spesso a prezzi diversi. Bloomberg fa l’esempio di un appassionato che scova in una libreria la prima edizione del romanzo di William Faulkner, Mentre morivo (As I Lay Dying, 1930) a 11mila dollari. Una volta arrivato a casa, scopre sul sito Abebooks.com (una piattaforma dedicata alla vendita di libri rari e antichi) altre dieci copie con un costo che va dai 1.500 ai 12.500 dollari. Molto probabilmente non solo non comprerà la copia della libreria, ma ai suoi occhi l’edizione perderà valore e finirà per non comprarne alcuna. Mentre i prezzi dei libri mediamente rari sono crollati, «quando si trova qualcosa di davvero raro, si è disposti a pagare un prezzo più alto. Così i libri costosi lo sono diventati di più» ha spiegato Christina Geiger. Non esiste, comunque, un unico criterio per stabilire cosa sia veramente speciale e cosa no: Sutherland consiglia per esempio di non guardare al costo ma all’importanza del manoscritto nel suo campo.

Al momento, l’aspetto più difficoltoso del settore è rispondere alla domanda crescente di libri rari, che sono sempre più difficili da trovare anche perché esperti e librai non possono viaggiare e scovare in mercatini, case private e luoghi a volte imprevedibili le edizioni preziose. Secondo molti è un problema contingente, che verrà superato una volta finita la pandemia o persino prima con nuovi espedienti, visti gli enormi affari che si possono fare.