Il vaccino di AstraZeneca ha dato risultati promettenti negli anziani

(Lisa Maree Williams/Getty Images)
(Lisa Maree Williams/Getty Images)

Il vaccino sperimentale contro il coronavirus dell’azienda farmaceutica britannica AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’Università di Oxford, ha dato risultati promettenti negli individui con più di 60 anni, portando nuove speranze sulla possibilità che possa proteggere efficacemente le fasce della popolazione più a rischio di sviluppare i sintomi gravi della COVID-19. Questi risultati sono stati rilevati nel corso di un’analisi effettuata su 560 volontari che avevano partecipato alla fase 2 (su 3) di sperimentazione del vaccino, ora nella fase 3 dei test clinici.

In uno studio pubblicato sulla rivista medica Lancet, i ricercatori scrivono che gli individui tra i 56 e i 69 anni e quelli oltre i 70 anni hanno fatto rilevare una risposta immunitaria paragonabile a quella sviluppata dai volontari tra i 18 e i 55 anni, una volta ricevuto il vaccino.

A due settimane dalla somministrazione della seconda dose, il 99 per cento dei partecipanti alla fase 2 ha sviluppato anticorpi neutralizzanti contro il coronavirus, a prescindere dall’età. La quantità di linfociti T ha inoltre raggiunto il proprio massimo dopo due settimane, dando al sistema immunitario gli strumenti per individuare e distruggere le particelle virali del virus, nel caso di un’infezione.

Il vaccino di AstraZeneca è stato realizzato partendo da uno dei virus che causano il raffreddore comune negli scimpanzé. I ricercatori hanno trasferito il materiale genetico della proteina che il coronavirus utilizza per legarsi alle cellule e replicarsi, inserendolo nel virus ottenuto dagli scimpanzé e reso innocuo per gli esseri umani. In questo modo, il sistema immunitario impara ad attaccare la proteina, così da potere anche affrontare le eventuali infezioni causate dal coronavirus vero e proprio.

AstraZeneca sta terminando la propria fase 3 su un numero molto più ampio di volontari rispetto alla fase 2, per avere maggiori dati sull’efficacia del proprio vaccino sperimentale. Nelle prossime settimane l’azienda fornirà un primo aggiornamento sui dati raccolti, che potrebbero essere sufficienti per richiedere un’autorizzazione di emergenza per la distribuzione delle prime dosi del vaccino.

Ieri Pfizer e BioNTech hanno annunciato di avere terminato la fase 3 del loro vaccino, che ha fatto riscontrare un’efficacia del 95 per cento e per il quale sarà richiesta un’autorizzazione di emergenza. Moderna sta terminando la fase 3, ma ha intanto comunicato una prima serie di dati preliminari sul proprio vaccino, annunciando un’efficacia del 94,5 per cento. Per entrambi i vaccini saranno necessarie ulteriori verifiche e ricerche scientifiche sui dati, come quella da poco pubblicata su Lancet per il vaccino di AstraZeneca.