In Etiopia le forze del Tigrè hanno attaccato due aeroporti

Un uomo sventola la bandiera nazionale etiope mentre aspetta di donare il sangue per sostenere l’operazione dell’esercito nel Tigrè 


(AP Photo/Mulugeta Ayene)
Un uomo sventola la bandiera nazionale etiope mentre aspetta di donare il sangue per sostenere l’operazione dell’esercito nel Tigrè (AP Photo/Mulugeta Ayene)

Lo scontro tra il governo federale etiope e il Fronte di liberazione del Tigrè (TPLF), il partito che domina la regione del Tigrè e che è in conflitto con il governo centrale, si è ulteriormente aggravato. Le autorità etiopi sostengono che ci siano stati attacchi diretti a due aeroporti di una regione confinante, avvenuti con l’impiego di due razzi.

Secondo quanto riportato dal governo federale etiope, i due razzi sarebbero stati diretti verso le città di Bahir Dar e Gondar, nella regione di Amhara, a sud del Tigrè. Il primo avrebbe colpito l’aeroporto di Gondar, danneggiandolo parzialmente, il secondo sarebbe caduto poco lontano dall’aeroporto di Bahir Dar. Non è ancora chiaro se ci siano stati morti o feriti. Il TPLF ha confermato la propria responsabilità negli attacchi, definendoli una rappresaglia in risposta ai recenti bombardamenti aerei condotti dalle forze di Abiy Ahmed.

Gondar, Bahir Dar, nella regione di Amhara

Le ultime due settimane sono state molto agitate per l’Etiopia. Il 4 novembre scorso il primo ministro Abiy Ahmed, vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2019, ha di fatto dichiarato guerra al governo locale del Tigrè (una delle dieci regioni che formano l’Etiopia) ordinando un’operazione militare nella regione, e ha imposto lo stato di emergenza sul territorio regionale per sei mesi. Le tensioni tra le due parti c’erano da parecchio tempo: erano iniziate con l’esclusione del TPLF dal governo federale, ma di recente si erano intensificate, a causa dell’attacco contro alcuni soldati federali nella caserma principale di Macallé, la capitale della regione del Tigrè.

La situazione è così grave che molti hanno parlato del rischio concreto di una guerra civile: gli scontri militari sono già iniziati, e secondo l’Agenzia ONU per i rifugiati, oltre 7.000 civili sono fuggiti dal Tigrè verso il Sudan, che confina con la regione.
Venerdì 13 novembre, inoltre, Amnesty International ha segnalato una strage di decine, forse centinaia di civili nella zona di Mai-Kadra, sempre nella regione del Tigrè.