È entrato in funzione il nuovo aeroporto di Berlino, in ritardo di quasi dieci anni rispetto ai piani iniziali

(Clemens Bilan - Pool/Getty Images)
(Clemens Bilan - Pool/Getty Images)

Il nuovo Aeroporto di Berlino-Brandeburgo intitolato all’ex cancelliere tedesco Willy Brandt è entrato ufficialmente in funzione sabato, in ritardo di quasi dieci anni rispetto alla data di apertura inizialmente prevista. Il nuovo aeroporto, la cui costruzione è stata segnata negli anni da errori di progettazione, corruzione, ritardi e continui sforamenti di budget, è costato 4 miliardi di euro in più dei 2 miliardi e mezzo preventivati oltre un decennio fa, finendo più volte al centro di grossi scandali.

L’Aeroporto Willy Brandt si trova a sud-est del centro di Berlino e ha inglobato il preesistente scalo di Schönefeld, diventato uno dei cinque nuovi terminal. L’altro aeroporto berlinese in funzione finora, quello di Tegel, a nord-ovest, chiuderà entro novembre: da lì in poi Berlino avrà un solo grande aeroporto, quello di Brandeburgo, le cui ampie dimensioni dovrebbe facilitare l’attuazione delle misure di distanziamento fisico necessarie per limitare i contagi da coronavirus. L’aeroporto ha aperto infatti nel mezzo di una pandemia che ha diminuito drasticamente il traffico aereo in tutto il mondo: prima dell’inizio dell’epidemia da Tegel e Schönefeld transitavano centomila persone al giorno, ora invece ne passano non più di tremila.

I cantieri non termineranno comunque con l’inaugurazione. L’aeroporto è troppo piccolo rispetto al traffico che dovrà sostenere quando si tornerà alla normalità: i progetti per la sua costruzione si basavano infatti sul traffico di oltre vent’anni fa. Le autorità aeroportuali hanno quindi predisposto un piano di ampliamento che prevede la realizzazione di un altro terminal, il quale consentirà all’aeroporto di gestire almeno 58 milioni di persone all’anno. Questo piano, tuttavia, sembra a sua volta fuori misura visto adesso, per via dell’impatto della pandemia che ha scombussolato tutti i calcoli.