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  • Venerdì 30 ottobre 2020

La Nuova Zelanda renderà legale l’eutanasia

Lo ha deciso con un referendum vinto col 65 per cento dei voti: sarà il settimo paese al mondo a permettere una forma di morte assistita

(Kai Schwoerer/Getty Images)
(Kai Schwoerer/Getty Images)

Ieri sono stati diffusi i risultati di un referendum sull’eutanasia tenuto in Nuova Zelanda il 17 ottobre, insieme alle elezioni politiche vinte dalla prima ministra Jacinda Ardern. Il 65,87 per cento dei votanti ha approvato l’introduzione di una legge che renderà legale l’eutanasia – cioè la morte assistita in caso di gravissime condizioni di salute – a partire dal 7 novembre. La Nuova Zelanda diventerà il settimo paese al mondo a legalizzare l’eutanasia o una forma di suicidio assistito; i primi a farlo sono stati i Paesi Bassi, nel 2002.

La vittoria del Sì era stata prevista sia dai sondaggisti sia dagli osservatori: da diversi anni una percentuale compresa fra il 60 e il 70 per cento dei neozelandesi si dice favorevole all’introduzione dell’eutanasia, e sia Ardern sia la leader dell’opposizione Judith Collins avevano annunciato che avrebbero votato Sì al referendum. A schierarsi per il No erano stati soprattutto gruppi di pressione per i diritti dei disabili.

Un altro quesito referendario, che proponeva invece di rendere legale il consumo di marijuana a fini ricreativi, sarà probabilmente respinto. I risultati ufficiali saranno resi noti fra una settimana dopo lo scrutinio dei voti “speciali”, cioè quelli che arrivano dagli ospedali, dalle carceri, e dalle persone che hanno votato al di fuori della propria circoscrizione (il risultato del referendum sull’eutanasia è troppo netto per poter essere ribaltato dai voti speciali).

La nuova legge prevede criteri molto stringenti per accedere all’eutanasia. Potranno farne richiesta i cittadini neozelandesi maggiorenni che soffrono di una malattia terminale e hanno meno di sei mesi di vita, oltre a «un significativo declino fisico» e «sofferenze non sopportabili che non possono essere lenite», e che sono ancora in grado di prendere una «decisione informata» sulla propria vita. Non potranno accedere all’eutanasia le persone che soffrono di una malattia mentale o di una forma di disabilità. La procedura dovrà essere approvata in maniera indipendente da due medici.

«Il paese ha deciso di appoggiare la comprensione e la libertà di scelta», ha commentato David Seymour, leader del partito libertario ACT, che aveva presentato la proposta di legge approvata nel referendum. Al momento l’eutanasia è legale in Belgio, Canada, Colombia, Lussemburgo e Paesi Bassi, mentre il suicidio assistito è permesso in Svizzera e in alcuni stati degli Stati Uniti.

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