Arriva un nuovo water in orbita

Più pratico e compatto, soprattutto per le astronaute, sarà installato sulla Stazione Spaziale Internazionale e in futuro potrà raggiungere la Luna

Il nuovo Universal Waste Management System (NASA)
Il nuovo Universal Waste Management System (NASA)

Sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), in orbita a circa 450 chilometri dalla Terra, sta per arrivare un nuovo water, che renderà più pratico fare i propri bisogni in assenza di peso, soprattutto per le astronaute. Il nuovo Universal Waste Management System (UWMS) sarà trasportato a bordo, insieme ad altri rifornimenti, nelle prossime ore con un razzo Antares che sarà lanciato dalla costa della Virginia. La sperimentazione del nuovo water potrà rivelarsi preziosa non solo per gli occupanti della ISS, ma anche per gli equipaggi che in futuro parteciperanno alle missioni lunari sulla nuova capsula Orion in fase di costruzione.

Bisogni spaziali
Fare i propri bisogni in un ambiente in cui gli oggetti tendono a galleggiare a mezz’aria non è semplice, e può talvolta avere effetti imprevisti e sorprendenti. Durante la missione di Apollo 10 nel maggio del 1969, l’ultima di preparazione per lo sbarco sulla Luna avvenuta con Apollo 11, l’equipaggio notò che qualcosa era sfuggito a uno degli astronauti dopo che aveva utilizzato il bagno.

Il verbale delle conversazioni di bordo restituisce con efficacia quei momenti: “Veloce, dammi una salvietta. C’è uno stronzo che galleggia nell’aria” disse didascalicamente Thomas Stafford, il comandante della missione.

La trascrizione della conversazione a bordo di Apollo 10 (NASA)

In 50 anni le tecnologie spaziali si sono evolute, comprese quelle per espletare i propri bisogni a bordo delle astronavi e della ISS, anche se l’esperienza continua a essere piuttosto spartana. Per risolvere il problema del galleggiamento, negli anni la NASA ha perfezionato i suoi water spaziali prendendo ispirazione dall’aspirapolvere.

Farla sulla ISS
I water attualmente installati sulla ISS hanno un tubo che termina con un piccolo imbuto nel quale fare pipì. Prima di liberarsi, gli astronauti devono girare una manopola che attiva una ventola all’interno del sistema, in modo che i liquidi siano risucchiati nel tubo, evitando che si disperdano nell’ambiente circostante. Il water vero e proprio per fare la cacca ha un principio di funzionamento simile: ci si accomoda su una piccola seduta con un buco collegato a un tubo aspirante. Viene tutto raccolto in un piccolo sacchetto di plastica che al termine dell’operazione viene spinto all’interno di un contenitore.

Come aveva spiegato l’astronauta Samantha Cristoforetti in un video dimostrativo a bordo della ISS, terminate le operazioni è segno di cortesia verso gli altri astronauti piazzare un nuovo sacchetto nell’alloggiamento.


Nuovo water
Il nuovo UWMS può essere considerato un’evoluzione del modello impiegato ormai da anni sulla Stazione. La novità principale riguarda l’imbuto nel quale fare pipì: è stato ridisegnato per essere più ergonomico, tenendo soprattutto in considerazione i consigli delle astronaute e dell’anatomia femminile, piuttosto trascurata quando si era trattato di progettare il modello ora in utilizzo sulla ISS. Il nuovo imbuto consente inoltre di essere utilizzato contestualmente al water vero e proprio, in modo da semplificare le pratiche.

I progettisti della NASA hanno anche modificato il sistema di accensione delle ventole, rendendolo automatico: si attivano non appena si sgancia il tubo per fare la pipì dal suo alloggiamento, senza la necessità di girare manopole e riducendo il rischio che qualcuno si scordi di farlo, ripetendo l’esperienza di Apollo 10.

L’UWMS è inoltre più piccolo e leggero rispetto al modello attualmente impiegato sulla ISS. La NASA aveva infatti bisogno di qualcosa di più compatto ed efficiente sia per risparmiare spazio, sia per non aggiungere peso, considerato che più un carico è pesante più è costoso da mandare in orbita.

(NASA)

La nuova versione è stata realizzata utilizzando titanio e leghe metalliche molto leggere, ma al tempo stesso resistenti. Il water utilizza una soluzione estremamente acida per trattare le urine, in modo da ridurre il rischio che i loro residui possano intasare le tubature o causare altri danni al sistema. Per questo motivo i progettisti hanno dovuto selezionare metalli poco esposti al rischio di corrosione e che possano offrire una durata di anni del water e dei suoi meccanismi.

Sulla Stazione Spaziale Internazionale del resto non si spreca nulla e si ricicla tutto il riciclabile, compresa la pipì. Dopo averla fatta nel tubo, questa fluisce in un sistema di depurazione e sterilizzazione, per essere trasformata in acqua potabile.

Una volta installato sulla ISS, il nuovo water non solo migliorerà un aspetto da non trascurare della vita quotidiana in orbita, ma offrirà anche la possibilità per la NASA di verificare l’affidabilità del nuovo sistema in vista delle future missioni oltre l’orbita terrestre. La capsula Orion sulla quale sarà installata fa parte dell’ambizioso progetto per tornare a compiere esplorazioni con esseri umani sulla Luna, nell’ambito del programma spaziale Artemis. Il primo allunaggio con un’astronauta (la prima donna a raggiungere la Luna) dovrebbe avvenire nel 2024, ma ci sono molti dubbi sulla possibilità di raggiungere un obiettivo così ambizioso in poco più di tre anni.