Una canzone di Laura Michelle Kelly

Nel senso che la canta lei, mica è sua: ma ci siamo capiti sull'uso della preposizione "di" con le canzoni, no?

(Dimitrios Kambouris/Getty Images)
(Dimitrios Kambouris/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
Sabato abbiamo fatto una cosa
del Post a Faenza, come probabilmente saprete: c’era anche Cesare Cremonini, abbiamo parlato di musica e di canzoni, ci siamo divertiti, c’è stato un tormentone sui miei tre versi preferiti di Cesare Cremonini. Con uno ci ho titolato credo ormai una decina di post e articoli, e l’incontro stesso di sabato; il secondo è uno dei casi più famigerati di “batusso”; il terzo è definitivo.
Il 30 ottobre esce un disco nuovo degli Eels, di cui parlammo per questa canzone qui. Un’altra nuova c’è già, lui sta preparando il discorso di accettazione dei Grammy.
Francesco Bianconi dei Baustelle ha fatto a modo suo Playa, ovvero una canzone di Baby K, ovvero una cosa che non mi sento di spiegare cosa fosse prima, se siete stati fortunati abbastanza da averla ignorata. Godetevi Bianconi.
Oggi, 29 settembre della canzone, ha compiuto 69 anni Pier Luigi Bersani, e ha compiuto 84 anni Silvio Berlusconi. E ha compiuto 80 anni Nicola di Bari, soprattutto.

Somewhere only we know
È una settimana partita filastrocca, anche se ieri il contenuto della filastrocca era disperato. Ma come succede con le disperazioni d’amore, poi passano, oppure si diventa più adulti, si abbozza e ci si appassiona ai ricordi.
Oh, simple thing, where have you gone?
I’m getting old, and I need something to rely on
So tell me when you’re gonna let me in
I’m getting tired, and I need somewhere to begin

Somewhere only we know fu un grande successo nel 2004, e probabilmente la sapete, in quella versione dei Keane: band inglese che vendette come pochissimi allora – soprattutto nel suo paese – e ha fatto un disco ancora l’anno scorso, con meno attenzioni mondiali.
Oh, simple thing, where have you gone?
I’m getting old, and I need something to rely on
So tell me when you’re gonna let me in
I’m getting tired, and I need somewhere to begin

Bel titolo: “un posto che sappiamo solo noi”. E che ha funzionato assai, dissero loro, perché tutti quanti hanno un posto così.

Comunque, due anni dopo arriva Laura Michelle Kelly, attrice e cantante di musical di Southampton, e ne mette in un suo disco una versione così sdolcinata da fare il giro. Ed era bella prima ed è più bella ora, compresa l’enfasi orchestrale, una canzone da buonanotte e sogni d’oro (secondo me meglio di come la fece anni dopo per uno spot Lily Allen, più vivace sua connazionale).
This could be the end of everything
So why don’t we go
Somewhere only we know?
Somewhere only we know
Somewhere only we know


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