La Cina si è impegnata a raggiungere l’equilibrio tra emissioni e assorbimento di anidride carbonica entro il 2060

Il presidente cinese Xi Jinping in collegamento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (AP Photo/Mary Altaffer)
Il presidente cinese Xi Jinping in collegamento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (AP Photo/Mary Altaffer)

Parlando in videocollegamento con l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il presidente cinese Xi Jinping ha impegnato la Cina a raggiungere l’equilibrio tra emissioni e assorbimento di anidride carbonica – la cosiddetta “neutralità climatica” o “emissioni zero” – entro il 2060. Ha poi ribadito l’impegno, già preso, di toccare il picco di emissioni entro questo decennio (e quindi a cominciare a diminuirle al più tardi dal 2030).

È stata una promessa inattesa, anche perché le principali trattative in materia di clima sono state rimandate all’anno prossimo per via della pandemia da coronavirus, e non ci si aspettavano progressi. L’impegno della Cina è considerato potenzialmente molto importante per la lotta al cambiamento climatico, visto che il paese da solo è responsabile del 28 per cento delle emissioni globali. Secondo diversi analisti, l’annuncio di Xi serve ad aumentare l’influenza della Cina sulla questione climatica, notoriamente poco considerata dall’amministrazione Trump.

Rimane però da capire esattamente cosa intenda la Cina per “neutralità carbonica”, un concetto che si basa sull’investimento in operazioni per ridurre i gas serra nell’atmosfera in eguale quantità a quelli prodotti, ma che può in realtà avere risultati più o meno rilevanti per la sostenibilità ambientale a seconda del rigore delle politiche con cui è raggiunta.

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