Una canzone degli Housemartins

La prima di tutte, che lì per lì nemmeno ce ne accorgemmo di com'era bella

Il 23 ottobre esce un disco nuovo di Bruce Springsteen: una canzone c’è già.
Invece il disco di Matt Berninger dei National esce il 16 ottobre (o forse il 2, trovo date diverse) e pure lui ha pubblicato una canzone (la terza), bella come le sue: “I just wanted to write one of those classic, simple, desperate love songs that sound great in your car”.
E infine anche Elvis Costello ha diffuso un altro singolo dal disco che deve arrivare, più leggero e allegro del baccano molesto dei precedenti.
Ben Folds e sua moglie vendono la loro casa a Hudson, New York. Bella, quasi tre milioni di dollari.
È morto uno dei due fratelli fondatori di Kool & the Gang, band sullo sfondo di alcuni decenni con pezzi andati forte tra il pop e il soul e in particolare tra il 1979 e il 1981: Get down on it, tipo, ma nemmeno una che salverei, a dirla tutta.

Flag day
Degli Housemartins avevamo parlato un po’ l’anno scorso a proposito della successiva band del loro leader Paul Heaton, i Beautiful South: con cui fece belle cose ma, chiaro, niente di paragonabile alle meraviglie degli Housemartins, “band di mattacchioni con grande fiuto pop” nata a Hull, in Inghilterra, nel 1983. Tre anni dopo fecero il botto, e vennero acclamati come una delle cose nuove più originali e creative del cantautorato britannico. Ma il loro primo singolo, Flag day, quando uscì nel 1985 non se l’era filato nessuno e venne riscoperto solo con l’intervento del leggendario deejay John Peele e messo nel loro primo disco dell’anno seguente, in una versione più acustica e soul, di altrettanta alternativa bellezza.

È una canzone di critica e sprezzo – nel pop leggero e spesso zuccheroso degli Housemartins c’è stata spesso della politica – nei confronti delle coscienze benestanti alleggerite da piccoli gesti di carità e restie a cambiamenti veri. Troppe crocerossine, pochi che tolgono ai ricchi per dare ai poveri.
Too many Florence Nightingales
Not enough Robin Hoods
Too many halos not enough heroes
Coming up with the goods
So you thought you’d like to change the world
Decided to stage a jumble sale
For the poor, for the poor

Ma è una canzone stupenda per costruzione e andamento, il cui elemento più forte è forse il passaggio tra la strofa e il coro (coro ridotto all’osso: “flag day”) dove lui cambia registro e dichiara, proclama, “It’s a waste of time if you know what they mean, try shaking a box in front of the Queen”.
E fu la loro prima canzone, e volevamo ignorarli, incoscienti.

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