L’avvocata turca Ebru Timtik è morta dopo 238 giorni di sciopero della fame per ottenere un giusto processo

La bara dell'avvocata turca Ebru Timtik, a Istanbul, il 28 agosto 2020 (La Presse/AP Photo)
La bara dell'avvocata turca Ebru Timtik, a Istanbul, il 28 agosto 2020 (La Presse/AP Photo)

Giovedì sera, a Istanbul, è morta l’avvocata turca Ebru Timtik, che stava facendo uno sciopero della fame da 238 giorni per chiedere un giusto processo per sé e per 17 suoi colleghi accusati di legami con il Fronte rivoluzionario della liberazione popolare (DHKP/C), un gruppo di estrema sinistra considerato un’organizzazione terroristica dal governo turco, dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea.

Timtik, che aveva 42 anni, si occupava di difesa dei diritti umani. Nel 2019 era stata condannata a 13 anni e sei mesi di carcere e il suo caso doveva essere giudicato in appello. Aveva iniziato il suo sciopero della fame – insieme al collega Aytac Unsal, attualmente in condizioni critiche – per protestare contro quelle che riteneva procedure illegali.

Il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan è da tempo estesamente accusato di aver compromesso l’imparzialità e l’indipendenza del sistema giudiziario e varie associazioni di avvocati hanno segnalato irregolarità procedurali nel processo a Timtik e ai suoi colleghi. Tra queste, la rimozione dei giudici che inizialmente avevano autorizzato la scarcerazione degli avvocati prima del processo e l’uso di testimonianze anonime contro di loro.

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A maggio altre tre persone erano morte in Turchia dopo lunghi scioperi della fame: erano tre musicisti membri del gruppo Grup Yorum e anche loro erano stati accusati di avere dei legami con il DHKP/C. Negli anni i membri del gruppo erano stati più volte arrestati, i loro dischi erano stati sequestrati e dal 2016 non potevano più fare concerti dal vivo.

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