45 migranti sono morti lunedì in un naufragio al largo della Libia

Migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale, tra Libia e Sicilia, nel corso operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, il 27 gennaio 2017 (ANSA/GUARDIA COSTIERA)
Migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale, tra Libia e Sicilia, nel corso operazioni di soccorso coordinate dalla centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, il 27 gennaio 2017 (ANSA/GUARDIA COSTIERA)

Il 17 agosto almeno 45 migranti sono morti in un naufragio al largo della Libia. Lo hanno detto l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) con un comunicato congiunto in cui parlano del «più tragico naufragio registrato al largo della costa libica quest’anno».

Al naufragio sono sopravvissuti 37 migranti, la maggior parte provenienti da Senegal, Mali, Ciad e Ghana. I sopravvissuti sono stati soccorsi da pescatori locali e dopo lo sbarco sono stati arrestati dalle autorità della Libia, un paese che non ha mai firmato la convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati e dove i migranti sono quotidianamente esposti ad abusi e violenze.

Sono stati gli stessi migranti a informare il personale dell’OIM presente sul posto della morte delle 45 persone, fra cui cinque minori. I migranti sarebbero morti a causa dell’esplosione del motore dell’imbarcazione avvenuta al largo della costa di Zuara, città sulla costa occidentale della Libia.