Non tutti nel M5S romano sono contenti della ricandidatura di Virginia Raggi

Il consigliere comunale Enrico Stefàno ha criticato duramente la scelta del partito

Enrico Stefàno (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Enrico Stefàno (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Il consigliere del comune di Roma Enrico Stefàno, membro della maggioranza del Movimento 5 Stelle, ha scritto un lungo post su Facebook criticando duramente la scelta della sindaca Virginia Raggi di candidarsi per un secondo mandato alla guida della città. Secondo Stefàno il problema non è tanto la ricandidatura, quanto i modi con cui è arrivata: senza un dibattito interno al M5S locale e nazionale, senza una votazione per scegliere un’eventuale candidata o candidato migliore, senza una discussione su cosa abbia funzionato e cosa no durante i cinque anni in cui Raggi è stata sindaca. «Tanto per dirne una da oltre due anni siamo senza Assessori ai rifiuti», ha scritto Stefàno.

Riguardo a quello che ha definito il «merito» della questione, ovvero il giudizio su quanto fatto dalla sindaca, Stefàno ha scritto:

Al di là degli errori, che per carità tutti abbiamo commesso, e del fatto, che va riconosciuto a Virginia, di averci messo la faccia in situazioni sicuramente difficili, quello che è mancato in questi anni è stata una visione e idea di città, del ruolo al quale vuole aspirare la Capitale di un Paese del G7.
Ci (ri)presentiamo ai cittadini con i post “trionfanti” di strade asfaltate, alberi potati, ceppi tagliati, panchine riparate e roba simile? Ovvero l’ordinaria amministrazione?

Stefàno ha criticato anche la tendenza del suo partito a scaricare la responsabilità dei problemi di Roma sulle amministrazioni precedenti:

E poi soprattutto basta, non se ne può più con questa retorica del passato, con questo vittimismo, con le manie di persecuzione. Basta con questo mito dell’onestà mentre il Presidente dell’Assemblea Capitolina sta a processo per corruzione.

Enrico Stefàno oltre a essere consigliere comunale è anche presidente della Commissione mobilità – che deve supervisionare alcuni dei problemi più complicati di Roma, quelli relativi al trasporto pubblico – ed è stato vicepresidente dell’Assemblea Capitolina, cioè il consiglio comunale, prima di dimettersi a luglio del 2019 dopo l’arresto del presidente Marcello De Vito.

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