Che fine ha fatto l’Hyperloop?

I progetti per costruire i treni a levitazione magnetica continuano, ma i problemi sono ancora molti

La presentazione di un prototipo di capsula per passeggeri, nel 2018 (EPA/A.Carrasco Ragel via ANSA)
La presentazione di un prototipo di capsula per passeggeri, nel 2018 (EPA/A.Carrasco Ragel via ANSA)

Lo scorso luglio il dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha delineato alcune norme per la costruzione dell’Hyperloop, il treno a levitazione magnetica ideato inizialmente dal CEO di Tesla Elon Musk nel 2012. Le norme sono le prime a citare l’Hyperloop e anche se sono piuttosto generiche – servivano più che altro per inquadrare i progetti ed equipararli ad altre infrastrutture di interesse pubblico – sono state accolte come un segnale positivo dalle compagnie che da anni lavorano sul progetto. Sui giornali internazionali si è quindi tornato a parlare dell’Hyperloop con nuovo entusiasmo: ci si chiede soprattutto quali siano i tempi di realizzazione e quando si potranno fare i primi viaggi.

Da quando Musk propose l’idea, diverse società hanno cominciato a lavorare alla costruzione di un mezzo di trasporto a levitazione magnetica, cioè che sfrutti la forza elettromagnetica per “galleggiare”, che si muova dentro tubi a bassissima pressione, in modo da minimizzare anche l’attrito con l’aria. Le principali sono Virgin Hyperloop One, società fondata dal miliardario britannico Richard Branson già fondatore del gruppo Virgin, la start-up statunitense Hyperloop TT (Transportation Technology), la compagnia canadese TransPod e Hardt Hyperloop, che ha sede nei Paesi Bassi. Le varie società hanno fatto negli anni diversi test in tutto il mondo, dal deserto di Dubai a enormi magazzini in Europa, incontrando però soprattutto due ostacoli: i permessi per costruire le infrastrutture necessarie e i problemi tecnologici legati al fatto che l’Hyperloop dovrebbe viaggiare a una velocità di mille chilometri all’ora, dentro un tubo quasi completamente vuoto.

L’Economist ha raccontato dei test di Virgin Hyperloop One. Negli ultimi tre anni ne ha fatti più di 400 nel suo centro per le sperimentazioni a Las Vegas usando un tubo lungo 500 metri: sono riusciti a far viaggiare il prototipo – una specie di capsula – da zero a circa 380 chilometri all’ora, per poi farlo tornare a zero. Tentare una velocità maggiore è impossibile a causa della lunghezza del tubo, quindi i dirigenti di Virgin Hyperloop One stanno tentando di trovare un’area dove costruire un tubo di 15 chilometri e fare test più accurati, a una velocità maggiore.

I requisiti sono che il terreno sia pianeggiante e possibilmente abbia ampi spazi deserti: l’Hyperloop, infatti, per viaggiare alla massima velocità deve necessariamente seguire una linea retta e piana. Nel caso in cui dovesse fare curve, l’Hyperloop sarebbe costretto a diminuire notevolmente la velocità per evitare che si eserciti troppa forza sui passeggeri, causando loro seri problemi fisici come ictus o svenimenti.

«Vorremmo che il viaggio andasse il più liscio possibile», ha detto Diane Zhou, responsabile della strategia dei progetti di Virgin Hyperloop, parlando con l’emittente Spectrum News. «Sostanzialmente, dovrà essere come prendere un treno: entri nella capsula che accelera gradualmente fino a che non arriva alla velocità massima, ma non ti accorgi mentre succede appunto perché è graduale. Poi, una volta che stai andando al massimo, sembrerà di viaggiare normalmente».

Tuttavia, costruire tracciati per i treni Hyperloop senza che ci siano curve significa attraversare numerose proprietà private, e ottenere i permessi necessari è complicato. Una soluzione a questo problema sarebbe costruire il tracciato vicino a vecchi binari ferroviari in disuso, dove ci sono, oppure vicino alle autostrade, su terreni di proprietà statale. Hyperloop, inoltre, sembra per ora una soluzione realizzabile solo per i viaggi tra città distanti, perché i tempi di accelerazione e frenata renderebbero inutile l’utilizzo su tratte troppo brevi.

I tempi di realizzazione dei primi Hyperloop sono ancora incerti (si parla di decenni) ma uno dei progetti più estesi e avviati è quello di Hyperloop TT (Transportation Technology) negli Stati Uniti. La compagnia ha già fatto uno studio di fattibilità per costruire una linea nella zona dei Grandi Laghi, nel Midwest, facendolo passare per diversi stati: Illinois, Indiana, Pennsylvania e Ohio. Nelle intenzioni di Hyperloop TT un viaggio da Chicago a Pittsburgh (circa 750 chilometri) dovrebbe durare 45 minuti.

Si parla molto anche di altri due progetti che sono a buon punto: quello negli Emirati Arabi Uniti, sempre di Hyperloop TT, un breve tratto di 5 chilometri che la società vorrebbe consegnare in tempo per l’EXPO di Abu Dhabi (ottobre 2021); e quello di Virgin Hyperloop One in India, che è ancora alle fasi iniziali e dovrebbe collegare Mumbai a Pune (circa 150 chilometri).

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