Le notizie di martedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 202 nuovi casi positivi e 12 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 40

(ANSA/Cosimo Martemucci/SOPA Images via ZUMA Wire)
(ANSA/Cosimo Martemucci/SOPA Images via ZUMA Wire)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 181 nuovi casi di contagio da coronavirus, ma nel raffronto con i dati comunicati ieri (246.286) la differenza è di 202 casi, per un totale di 246.488. I morti totali registrati sono 32.123, 12 in più rispetto a ieri (nella nota al bollettino è specificato che ieri era stato contato un morto in più in Sardegna). Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 40 (cinque in meno di ieri) e quelle in altri reparti sono 749 (9 in più di ieri). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 25.341, per un totale di quasi quattro milioni.

La Lombardia anche oggi è la regione con il maggior numero di nuovi positivi nelle ultime 24 ore, 53. In Campania ne sono stati accertati 29, seguono Veneto (24) e Emilia-Romagna (20). Le regioni in cui non sono stati registrati nuovi positivi sono cinque: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Molise, Basilicata e Sicilia e le province autonome di Trento. Nei dati delle regioni ci sono però oggi alcune incongruenze. Ad esempio non sono riportati nuovi casi in Valle d’Aosta e Sicilia, ma nel raffronto con i dati di ieri si può verificare un incremento di, rispettivamente, 10 e 19 casi. Il ricalcolo di -8 casi nella provincia autonoma di Bolzano è invece indicato in una nota. Le province in cui sono stati registrati più casi sono Milano (25), Bergamo (22), Napoli (20), Aosta (10). Le province in cui sono stati accertati il maggior numero dei casi sono Milano (25), Bergamo (22), Napoli (20) e Roma (9).

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel tardo pomeriggio è intervenuto al Senato per riferire sulla discussa decisione presa dal governo di prorogare lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. Il presidente del Consiglio ha spiegato che se non fosse prorogato lo stato di emergenza (che scade il 31 luglio) molte importanti ordinanze per il controllo dell’epidemia decadrebbero, così come le funzioni del commissario straordinario Domenico Arcuri, comprese quelle che riguardano l’organizzazione della ripartenza della scuola. Dopo l’intervento di Conte è iniziato il dibattito parlamentare a cui seguirà una replica del presidente del Consiglio e infine il voto dell’aula, che comunque non sarà vincolante.

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Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha rilevato che nel primo trimestre del 2020, quando in molti paesi europei erano state introdotte le restrizioni più rigide per contenere l’epidemia, nella zona euro i consumi delle famiglie sono scesi del 3 per cento pro capite, dopo un calo dello 0,4 per cento nell’ultimo trimestre del 2019. È il calo il più alto dall’inizio delle serie storiche nel 1999. L’Italia ha fatto registrare un calo ancora più netto: -6,4 per cento.

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Il tenore Andrea Bocelli ha detto di essere stato «un po’ frainteso» per le sue parole di ieri al Senato, quando, intervenendo a un convegno, aveva sminuito l’impatto della pandemia da coronavirus raccontando «di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente» all’obbligo di rimanere in casa durante il lockdown. Durante un altro convegno a Milano ha smentito di avere sminuito la pandemia: «la paura è la sola cosa di cui aver paura: dev’essere su questo fatto che sono stato un po’ frainteso», ha detto, aggiungendo che gli è sembrato «strano» essere definito «un negazionista». Bocelli poi, andando al pianoforte, ha detto di volere ripartire da «una preghiera» come aveva fatto «l’ultima volta al Duomo».

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