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  • Sabato 25 luglio 2020

Il Partito del Congresso indiano ha un nuovo problema

Uno dei suoi politici più giovani e promettenti è stato accusato di aver segretamente complottato per favorire il partito del presidente Narendra Modi

Sachin Pilot a Londra nel novembre 2011 (Kirsty Wigglesworth - WPA Pool/Getty Images)
Sachin Pilot a Londra nel novembre 2011 (Kirsty Wigglesworth - WPA Pool/Getty Images)

Il Partito del Congresso – che si può descrivere come un partito di centrosinistra – ha governato l’India per grandissima parte della sua storia post-coloniale, ma da tempo è in declino, sia per la perdita costante di sostegno e consenso quasi ad ogni elezione tenuta negli ultimi anni, sia per gli scandali interni. L’ultimo di questi coinvolge Sachin Pilot, fino a qualche giorno fa vice primo ministro del Rajasthan, lo stato più grande dell’India per superficie, nel nord-ovest del paese.

Sachin Pilot era considerato un politico molto promettente: giovane, ambizioso e vicino alla famiglia Gandhi, una delle più importanti della tradizione politica indiana. Nelle ultime settimane è stato però accusato di aver lavorato segretamente per il Partito Popolare Indiano (BJP) del primo ministro conservatore Narendra Modi, cercando di corrompere altri deputati del Partito del Congresso per indebolire il governo del suo stesso partito. Lo scorso 14 luglio il presidente dell’assemblea, su richiesta del capogruppo del Partito del Congresso, ha notificato a Pilot e a 18 dissidenti l’espulsione dall’assemblea legislativa statale. Il giorno dopo, Pilot e gli altri si sono rivolti all’Alta corte del Rajasthan con un ricorso sul quale il tribunale dovrebbe pronunciarsi in questi giorni.

Nel Rajasthan, il Partito del Congresso aveva 107 deputati nell’assemblea legislativa statale, più il sostegno di alcuni indipendenti, contro i 72 deputati del Partito Popolare Indiano. Se l’espulsione dei membri ribelli fosse confermata, il Partito del Congresso scenderebbe sotto la soglia di maggioranza di 101 seggi e la guida dello stato sarebbe in seria crisi.

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Ashok Gehlot, primo ministro del Rajasthan, ha definito il suo ex vice una «persona senza valore» e ha reso pubblici degli audio che sembrano dimostrare il coinvolgimento di Pilot in una cospirazione per portare dalla sua parte funzionari e deputati come fossero «capre a un mercato». Nel frattempo Gehlot ha trasferito più di 100 deputati in un hotel a cinque stelle di Jaipur, la capitale del Rajasthan, nella speranza di impedire loro di lasciare il partito. L’obiettivo, ha spiegato, è che lontani da casa e senza contatti siano meno vulnerabili alle pressioni esterne, in questo momento di profonda crisi.

Pilot ha a sua volta negato di voler lasciare il Partito del Congresso per unirsi al partito di Modi, accusando Gehlot di volerlo «umiliare» e di volergli impedire di guadagnare peso interno. A livello locale in molti stanno interpretando quello che sta succedendo come uno scontro tra la generazione di giovani politici e gli esponenti storici del partito. Pilot ha dichiarato che alle elezioni del 2018 – quando il Partito del Congresso vinse in Rajasthan, riprendendo il controllo del governo statale dopo cinque anni di opposizione – si era proposto come primo ministro, avendo in gran parte contribuito alla vittoria: alla fine dovette rinunciare diventando il vice di Gehlot, ma dietro la promessa di ottenere presto una nomina migliore. Cosa che non è accaduta. Pilot aveva dunque aperto un conflitto interno per andare a elezioni anticipate nel 2022 e diventare capo del governo, richieste che non sono state accolte.

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Il risultato di tutto questo, come spiega il New York Times, è una sempre maggiore debolezza del Partito del Congresso, tradizionalmente garante dei diritti delle minoranze, a vantaggio del nazionalismo indù portato avanti da Modi. Un anno fa, dopo la sconfitta subita alle elezioni politiche che aveva portato alla rielezione del primo ministro conservatore Narendra Modi, Rahul Gandhi, ultimo esponente di una dinastia politica di grande successo, si era dimesso da leader del partito interrompendo il processo di rinnovamento che aveva avviato. Negli ultimi mesi, in vari stati del paese molti deputati hanno lasciato il Partito del Congresso, che anche nello stato del Madhya Pradesh, lo scorso marzo, ha vissuto una crisi politica simile a quella che sta attraversando il Rajasthan. La crisi in quel caso era terminata con la perdita della maggioranza parlamentare e del governo.