Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 306 nuovi casi positivi e 10 morti. I ricoverati in terapia intensiva sono 49

(ANSA/Filippo Venezia)
(ANSA/Filippo Venezia)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 306 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 245.338. I morti totali registrati sono 35.092, 10 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 49 (uno in più di ieri) e quelle in altri reparti sono 713 (ieri erano 724). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 33.018 per un totale di oltre 3,8 milioni.

La Lombardia è nuovamente la regione con il maggior numero di nuovi positivi nelle ultime 24 ore, 82. In Emilia-Romagna ne sono stati accertati 55, segue la provincia autonoma di Trento (30), il Lazio (26) e il Veneto (22, ma alcuni casi assegnati oggi nelle singole province venete si riferiscono a casi registrati nei giorni scorsi). L’unica regione in cui non sono stati registrati nuovi positivi è la Valle d’Aosta.

Le province in cui si sono registrati il numero maggiore di casi sono Trento (30), Verona (30), Bergamo (27), Bologna (26), Roma (23), Padova (21) e Milano (17).

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Il prossimo 29 luglio alle 9.30 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interverrà alla Camera sulla situazione dell’emergenza coronavirus in Italia. Intanto nel Consiglio dei ministri del 22 luglio non è stato prorogato lo stato d’emergenza, come invece sembrava possibile. Secondo i giornali ci sarebbe un sostanziale accordo fra le forze di governo sulla proroga al 31 ottobre, ma Conte sarebbe intenzionato a chiedere il parere del Parlamento, come aveva già anticipato lo scorso 10 luglio. Il Consiglio dei ministri ha invece approvato lo scostamento di bilancio, cioè un ulteriore ricorso all’indebitamento dello Stato, principalmente per ottenere risorse per finanziare la cassa integrazione durante l’emergenza sanitaria.

L’INPS, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, attraverso il suo Osservatorio sul precariato, ha rilevato un calo definito «molto forte» delle assunzioni nel settore privato nei primi quattro mesi del 2020 (1 milione e 493 mila). Rispetto allo stesso periodo del 2019 per l’Inps sarebbero il 39 per cento in meno con una flessione «particolarmente rilevante nel mese di aprile (-83 per cento), ancor più del mese di marzo (-45 per cento) per effetto dell’emergenza legata alla pandemia Covid-19 e le conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attività non essenziali) nonché la più generale caduta della produzione e dei consumi». L’INPS spiega che a essere in calo sono tutti i tipi di contratti, ma «in maniera nettamente accentuata» quelli a termine.

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La Camera ha approvato all’unanimità, con soltanto tre astenuti, l’istituzione della «Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da coronavirus». Dal 2021, il 18 marzo in tutti i luoghi pubblici e privati dovrà essere osservato un minuto di silenzio. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha scritto su Twitter: «È bello che la legge che la istituisce sia stata approvata all’unanimità. Sarà un giorno importante per non dimenticare questa stagione drammatica e per ricordare tutte le persone che non sono più con noi».

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A Milano la Guardia di Finanza ha eseguito sequestri di documenti del “Fondo Fondazione Fiera Milano per la Lotta al coronavirus”. La procura sta indagando infatti sulla realizzazione dell’ospedale anti-Covid nei padiglioni della Fiera. Si tratta di un’inchiesta al momento solo conoscitiva, che è stata aperta dopo l’esposto del sindacato Adl Cobas Lombardia. Nell’esposto, che era stato firmato dal portavoce del sindacato Riccardo Germani, si segnalavano presunte «criticità» relative «alle cospicue donazioni arrivate da parte dei privati (…) per un totale di 21 milioni di euro».

All’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo dal 23 giugno, cioè da un mese, nessun paziente è stato più ricoverato per la COVID-19. Fabiano Di Marco, primario di Pneumologia del Giovanni XXIII, ha spiegato all’Eco di Bergamo: «L’ultimo ricovero è di un mese fa: un paziente con una polmonite di gravità lieve, rimasto una settimana e poi tornato a casa. In terapia intensiva non entra nessuno da due mesi».

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