Le notizie di lunedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 190 nuovi casi positivi e 13 morti. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 47

Da sinistra, il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron al Consiglio Europeo di Bruxelles, il 18 luglio 2020 (AP/Francisco Seco)
Da sinistra, il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron al Consiglio Europeo di Bruxelles, il 18 luglio 2020 (AP/Francisco Seco)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 190 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 244.624. I morti totali registrati sono 35.058, 13 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 47 (due in meno di ieri) e quelle in altri reparti sono 745 (ieri erano 743). Le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 14.091 per un totale di oltre 3.7 milioni.

La Lombardia è tornata a essere la regione con più positivi accertati nelle ultime 24 ore, 56. Seguono Emilia-Romagna (42), Veneto (42), Lazio (14) e Liguria (12). Sono otto le regioni che non hanno registrato nuovi positivi: Valle d’Aosta, Molise, Umbria, Marche, Puglia, Sardegna, Basilicata e Calabria, oltre alla provincia autonoma di Bolzano.

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Non è ancora finita la riunione del Consiglio Europeo, l’organo che raduna i capi di stato e di governo dell’Unione, iniziata venerdì mattina e Bruxelles. Dopo tre giorni e tre notti di negoziati, i leader europei non sono riusciti a trovare un accordo sui due principali punti delle trattative: il Fondo per la ripresa, cioè quello che diventerà il principale strumento europeo per stimolare l’economia dopo la pandemia da coronavirus, e il bilancio 2021-2027 dell’Unione Europea, cioè il veicolo che oltre al Fondo conterrà i cosiddetti fondi strutturali, cioè i principali serbatoi del denaro redistribuito dall’Unione ai singoli stati.

Dopo una cena e una serie di incontri bilaterali nella notte, alle 5,45 di stamattina i leader europei si sono ritrovati attorno al grande tavolo circolare dell’Europa building, l’edificio che ospita tutte le riunioni del Consiglio. Dopo sette minuti il presidente del Consiglio Charles Michel ha aggiornato la riunione alle 16, poi slittata alle 17, per permettere ai presenti e ai loro collaboratori di guadagnare qualche ora di sonno. Al momento non ci sono particolari indicazioni che la riunione possa davvero concludersi stasera.

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La riunione in corso era una delle più attese degli ultimi anni, nonché una delle più delicate: in una sola sessione di negoziati i leader europei hanno dovuto discutere della più ambiziosa misura europea degli ultimi anni – cioè il Fondo per la ripresa, che prevede in sintesi l’emissione titoli di stato europei per finanziare un enorme trasferimento di risorse dai paesi del Nord a quelli del Sud – e di come spendere le risorse comuni nei prossimi sette anni, in mezzo a una pandemia, una crisi economica e una transizione necessaria per scongiurare gli effetti del cambiamento climatico. In questo articolo abbiamo spiegato nel dettaglio quello che sta succedendo al Consiglio Europeo.

In base ai dati diffusi dall’Inail, nel suo sesto report sull’emergenza, i contagi sul posto di lavoro al 30 giugno sono quasi 50mila (49.986), 965 in più rispetto a quanto registrato lo scorso 15 giugno. I decessi sono stati 252 (+16), molti di più fra gli uomini (82,5 per cento) e nella fascia di età compresa fra i 50 e i 64 anni. Il rapporto fra uomini e donne si inverte però se si prende in considerazione il numero delle infezioni: il 71.6 per cento dei lavoratori contagiati sono donne, e la loro età media è 47 anni. L’età media invece di chi è morto dopo aver contratto il coronavirus sul posto di lavoro è di 59 anni. Più di otto denunce su 10 sono concentrate al Nord. La Lombardia, anche per quanto riguarda i contagi sul lavoro, è la più colpita d’Italia, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1 per cento) e il 44,8 per cento dei decessi.

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