Le notizie di giovedì sul coronavirus in Italia

Sono stati registrati 230 nuovi casi di contagio e 20 morti. I ricoverati nei reparti di terapia intensiva scendono a 53

Passeggeri con le maschere in partenza da Olbia su un traghetto, l'8 luglio 2020 (Max Cavallari / Getty Images)
Passeggeri con le maschere in partenza da Olbia su un traghetto, l'8 luglio 2020 (Max Cavallari / Getty Images)

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati comunicati dal ministero della Salute 230 nuovi casi di contagio da coronavirus, per un totale di 243.736. I morti totali registrati sono 35.017, 20 in più rispetto a ieri. Le persone attualmente ricoverate per la COVID-19 nei reparti di terapia intensiva sono 53 (ieri erano 57) e quelle in altri reparti sono 750 (ieri erano 797); le persone testate nelle ultime 24 ore sono state 28.089, per un totale di più di 3,6 milioni.

In Lombardia sono stati registrati 80 nuovi casi di contagio per un totale di più di 95mila casi, e i dati lombardi continuano comunque a essere i peggiori in Italia: le altre regioni con il maggior incremento del numero di casi confermati oggi sono Emilia-Romagna (46), Veneto (29), Sicilia (17) e Toscana (12). Ci sono quattro regioni senza nemmeno un nuovo caso: Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Umbria, oltre alla provincia autonoma di Trento.

Questi, comunque, sono numeri da prendere con estrema cautela: in Italia, così come in moltissimi altri paesi del mondo, il numero dei casi positivi accertati comprende solo le persone che sono risultate positive al tampone, ma non le centinaia di migliaia di persone che hanno contratto il virus e non hanno mai fatto il test, e che quindi non sono mai rientrate nei conteggi ufficiali. Un discorso simile si deve fare per il numero dei morti, e anche il numero dei guariti e dimessi deve essere preso con le molle (qui c’è la spiegazione lunga sui numeri e sulle necessarie prudenze da avere nell’interpretarli).

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Le altre notizie di oggi
Con un nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, il 16 luglio l’Italia ha vietato l’ingresso e il transito in Italia per chi nei quattordici giorni precedenti al suo arrivo ha soggiornato o è transitato in Serbia, Montenegro e Kosovo attraverso qualsiasi mezzo di trasporto.

I tre paesi si aggiungono alla lista dei 13 (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia ed Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana) a cui era già stato vietato l’ingresso con una precedente ordinanza del 9 luglio confermata nell’ultimo Dpcm del governo. Si tratta di paesi in cui, secondo il ministero, «la circolazione del virus è ancora elevata».

Il ministro Speranza in un post su Facebook ha spiegato la nuova ordinanza scrivendo che «nel mondo l’epidemia è nella fase più dura. Serve la massima prudenza per difendere i progressi che abbiamo fatto finora».

Con il voto al Senato (159 favorevoli contro 121 contrari), su cui la maggioranza ha posto la fiducia, il cosiddetto “decreto Rilancio”, che la scorsa settimana aveva avuto il via libera dalla Camera, è stato definitivamente convertito in legge. Come tutti i decreti legge, entrato immediatamente in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale doveva essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni. Il decreto ha lo scopo di contenere la crisi economica causata dall’epidemia e prevede lo stanziamento di 55 miliardi di euro in aiuti ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese. Contiene inoltre nuove misure sulla cassa integrazione, sugli aiuti ai lavoratori autonomi e per il sostegno alle imprese, compresi versamenti a fondo perduto. In questo articolo avevamo spiegato nel dettaglio cosa prevede.

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Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora durante il question time del Senato ha detto che si dovrà aspettare settembre per qualsiasi decisione sulla riapertura degli stadi ai tifosi. «Si ritiene di dover continuare su quella linea di prudenza che è stata seguita finora e stiamo lavorando in maniera forte con Federazione e Lega – ha detto il ministro – perché a settembre alla partenza del nuovo campionato ci sia modo di riaprire gli impianti al pubblico».

Nei giorni scorsi le squadre di serie A, attraverso una nota della Lega erano tornate a chiedere la riapertura degli stadi. Avevano inoltre comunicato che era in elaborazione «un articolato protocollo» che era stato poi inviato al Presidente della Figc Gabriele Gravina «affinché possa utilizzarlo nelle interlocuzioni con le istituzioni governative competenti». La Lega Serie A auspicava che la riapertura avvenisse «già nelle ultime gare di questa stagione».

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Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri ha detto che, nella prospettiva di effettuare lo screening dei contagi sui docenti e gli altri operatori della scuola prima dell’inizio delle lezioni, entro il 10 agosto saranno disponibili i test sierologici necessari. Arcuri lo ha detto riferendosi alla gara pubblica europea per 2 milioni di test sierologici che è stata bandita all’inizio di questa settimana.

Ieri Arcuri aveva chiarito che si tratta di «un obiettivo molto importante. Questo vuol dire fare test a chi frequenta i plessi (gli edifici scolastici, ndr) ma anche dare mascherine gratuite a studenti e personale con la nostra produzione. Vuol dire abbassare il livello di preoccupazione dei genitori e dei ragazzi».

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Nella sede della Croce Rossa Italiana di Jesolo (Venezia) 43 persone sono risultate positive al coronavirus. Sono 42 immigrati e 1 operatore. I vertici di Ulss4, del comune di Jesolo e della Croce Rossa Italiana lo hanno reso noto durante una conferenza stampa questa mattina. Il nuovo focolaio è stato accertato dopo che un immigrato ospite della struttura è stato ricoverato per un intervento e quindi sottoposto al test. Conseguentemente sono stati testati tutti i suoi più recenti contatti.