Gli sgomberi a Bogotà, nonostante il coronavirus

Durante le restrizioni per contenere le pandemia, più di 500 famiglie sono rimaste senza un posto dove andare

di Tommaso Marmo

Ciudad Bolivar (AP Photo/Fernando Vergara)
Ciudad Bolivar (AP Photo/Fernando Vergara)

Ciudad Bolívar è uno dei distretti più poveri della capitale colombiana Bogotà e ospita la più grande baraccopoli del paese. Qui la condizione di alcuni abitanti è più complicata del solito, non solo a causa delle restrizioni dovute al coronavirus, ma anche per la decisione del governo di sgomberare, a maggio, più di 500 famiglie da almeno 200 baracche costruite illegalmente. La storia è stata molto raccontata dai giornali locali e internazionali perché gli sgomberi sono avvenuti nonostante l’emergenza sanitaria e durante il lockdown, iniziato a fine marzo e prorogato fino al 1° agosto.

Gli sgomberi sono avvenuti a Altos de la Estancia, una zona di Ciudad Bolívar che si trova su una collina a sud di Bogotà. Alcune abitazioni sono costruite su un terreno ad alto rischio di frana, dunque sono molto pericolose e illegali. A maggio la polizia ha sfrattato gli abitanti e in alcuni casi ha demolito le abitazioni, costringendo chi ci viveva a dormire per strada e a portarsi dietro le proprie cose.

Gli abitanti di Altos de la Estancia hanno cercato di impedire lo sgombero con proteste e scontri con la polizia. Don Pacho, un abitante di Alto de la Estancia da 23 anni, ha raccontato al Guardian di essere riuscito a salvare un pezzo della sua casa salendo sul tetto e rifiutando di spostarsi: «nel mezzo della pandemia, le autorità stanno trasgredendo a ogni protocollo, senza curarsi di quanto saremo colpiti. Ci hanno stigmatizzati, esclusi e dimenticati», ha detto.

Le istituzioni di Bogotà hanno promesso 250.000 pesos colombiani (poco meno di 70 euro) al mese, per tre mesi, alle persone rimaste senza casa. In un’intervista al giornale El Spectador, l’assessore alla sSicurezza del comune di Bogotà ha detto: «certo, la gente dice “ma perché ci sfrattano proprio durante la pandemia?” Ma se avessimo un inverno rigido? Se oltre alla pandemia capitasse anche una frana che provoca morti a Altos de la Estancia? Saremmo colpevoli di non aver fatto nulla».

Questo e gli altri articoli della sezione Il coronavirus in 26 paesi del mondo sono un progetto del workshop di giornalismo 2020 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.