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  • Venerdì 10 luglio 2020

Cosa sappiamo della morte del sindaco di Seul

Era uno dei politici più popolari del paese con un passato da attivista per i diritti civili, in particolare quelli delle donne: prima della scomparsa sarebbe stato accusato di molestie sessuali

Alcune persone rendono omaggio a un altare commemorativo in onore del defunto sindaco di Seul Park all'ospedale universitario nazionale di Seul, il 10 luglio 2020 (Foto del governo metropolitano di Seul via Getty Images)
Alcune persone rendono omaggio a un altare commemorativo in onore del defunto sindaco di Seul Park all'ospedale universitario nazionale di Seul, il 10 luglio 2020 (Foto del governo metropolitano di Seul via Getty Images)

Nella notte fra giovedì 9 e venerdì 10 luglio il corpo del sindaco di Seul Park Won-soon è stato ritrovato dalla polizia coreana in una zona boscosa su una collina a nord della città. Park Won-soon era scomparso nella mattina del 9 luglio e le ricerche, in cui erano stati utilizzati anche droni e più di 600 agenti, erano proseguite per tutta la giornata. Prima di sparire Park aveva chiamato in municipio per annullare tutti i suoi impegni istituzionali dandosi malato. La figlia aveva in seguito contattato la polizia dicendo che il padre le aveva lasciato un messaggio criptico, che poteva sembrare una sorta di ultimo saluto.

Il contenuto del messaggio è stato reso noto dalla polizia venerdì. Nel biglietto il sindaco si scusa con tutti e in particolare con i membri della sua famiglia per aver causato a loro «solo dolore», chiedendo poi di essere cremato e che le sue ceneri siano disperse sopra le tombe dei suoi genitori. Il contenuto del messaggio farebbe pensare che Park Won-soon si sia suicidato, ma per ora non ci sono conferme.

Secondo Choi Ik-su, detective della polizia metropolitana di Seul, la polizia sarebbe riuscita a ricostruire le ultime ore di vita di Park analizzando i filmati di alcune telecamere a circuito chiuso: l’uomo avrebbe lasciato la sua casa giovedì mattina in taxi e avrebbe raggiunto un parco vicino alla collina dove, con l’aiuto di un cane poliziotto, la polizia nella notte ha trovato il suo corpo. Sul luogo del ritrovamento però non sarebbero stati trovati indizi che possano aiutare a capire le cause della morte.

La morte di Park Won-soon, che era stato eletto sindaco di Seul nel 2011 e nel giugno dello scorso anno aveva iniziato il suo terzo e ultimo mandato, ha colpito l’opinione pubblica coreana, non soltanto perché il sindaco di Seul è sempre uno dei personaggi politici più importanti del paese, ma anche perché nelle stesse ore della sua scomparsa erano state diffuse informazioni su un suo possibile coinvolgimento in accuse di molestie sessuali. Secondo queste voci una segretaria del suo ufficio lo avrebbe denunciato il giorno prima della sua scomparsa accusandolo di molestie che sarebbero avvenute nel 2017.

Park Won-soon, che era nato 64 anni fa a Changnyeong, nel sud del paese, era considerato uno dei favoriti alla candidatura alla successione del presidente Moon Jae-in, il cui mandato scadrà nel 2022. L’accusa di molestie sessuali nei suoi confronti ha fatto molto discutere in Corea, soprattutto perché Park era noto per le sue battaglie in difesa dei diritti delle donne, in una società fortemente gerarchica e in cui gli uomini occupano i vertici di aziende e istituzioni: una struttura che rende le donne più esposte ai rischi di violenza.

La storia politica di Park Won-soon è strettamente legata alle sue lotte per i diritti civili, in particolare quelli delle donne. Prima di diventare sindaco di Seul era stato un importante avvocato per i diritti umani. Il New York Times ha ricostruito la sua vicenda professionale da avvocato di parte civile nella prima causa per molestie sessuali in Corea del Sud e, durante la dittatura militare degli anni Ottanta, in quella contro un agente di polizia accusato di aver molestato un’attivista durante un interrogatorio. Entrambe le cause furono vinte da Park Won-soon.

Da avvocato aveva anche promosso una campagna per il riconoscimento degli abusi delle donne coreane ridotte a schiave sessuali e costrette a prostituirsi nei bordelli per soldati i giapponesi nella Seconda guerra mondiale, e negli anni Novanta aveva ottenuto il reinserimento di un’assistente dell’università di Seul che era stata licenziata dopo aver protestato contro le attenzioni indesiderate di un professore.

– Leggi anche: Il Giappone ha chiesto scusa alla Corea del Sud per la storia delle “schiave del sesso”

Park inoltre era stato fra i fondatori dell’organizzazione non profit “Solidarietà popolare per la democrazia partecipativa“, una delle più influenti associazioni sudcoreane, che si è battuta contro i legami corruttivi tra politica e grande impresa, in un paese dove la corruzione è molto diffusa. Sempre secondo il New York Times Park Won-soon aveva la fama di essere un appassionato critico delle disuguaglianze sociali, era stato uno dei principali antagonisti dell’ex presidente Park Geun-hye e aveva guidato grandi cortei nel centro di Seul che avevano portato al suo impeachment e alla sua destituzione per corruzione nel 2017.

– Leggi anche: L’ex presidente sudcoreana Park Geun-hye è stata condannata a 24 anni di carcere

Negli ultimi mesi Park era stato uno degli uomini politici sudcoreani dalle posizioni più decise nello scegliere precoci e restrittive misure di isolamento per combattere l’epidemia da coronavirus e nell’optare per nuove chiusure al manifestarsi di un ritorno dei contagi. A Seul, una città di quasi dieci milioni di abitanti, i casi di contagio accertati dall’inizio dell’emergenza sono solo 1.390.

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Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.

Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.