Gli exit poll delle elezioni presidenziali in Polonia dicono che si andrà al ballottaggio

(Sean Gallup/Getty Images)
(Sean Gallup/Getty Images)

Domenica 28 giugno in Polonia ci sono state le elezioni presidenziali, rimandate di un mese e mezzo circa rispetto alla data inizialmente prevista a causa dell’emergenza legata al coronavirus. Secondo gli exit poll nessuno dei candidati è riuscito a ottenere più del 50 per cento dei voti: si andrà perciò a un ballottaggio tra i due più votati.

Il candidato dato favorito era il presidente uscente Andrzej Duda, indipendente ma legato a Diritto e Giustizia (PiS), il partito di destra radicale al governo dal 2015. Secondo gli exit poll è stato il candidato più votato, col 41,8 per cento dei voti; Il suo avversario al secondo turno sarà Rafał Trzaskowski, esponente di Piattaforma Civica, partito liberale di centrodestra che è stato al governo dal 2007 al 2014, che ha invece ottenuto il 30,4 per cento dei voti. Il risultato finale delle votazioni verrà dichiarato mercoledì primo luglio, mentre il ballottaggio si terrà il 12 luglio.

Il contesto delle elezioni
Negli ultimi anni la Polonia è diventato un paese a guida semi-autoritaria, e queste elezioni erano ritenute da alcuni osservatori come una prima possibilità di cambiamento: in Polonia il presidente della Repubblica ha pochi poteri, ma può bloccare le leggi che ritiene antidemocratiche (cosa che Duda non ha fatto praticamente mai, durante il suo primo mandato).

L’ultimo governo ha attaccato due pilastri dello stato di diritto: l’indipendenza del sistema giudiziario e la libertà di espressione, aumentando l’influenza governativa sui mezzi d’informazione pubblici, sottoponendo la Corte Suprema a un controllo politico e minacciando i diritti della comunità LGBTQ+. Per queste ragioni le elezioni polacche sono guardate con particolare attenzione anche dagli altri paesi europei: una nuova vittoria di Duda significherebbe continuità col governo degli ultimi anni.