Gli autori di Sgarbi

Conduttori e autori televisivi, ed elettori entusiasti di una fasulla idea di libertà, hanno rovinato una persona colta e intelligente, scrive Michele Serra

(ANSA/Francesco Bongarrà)
(ANSA/Francesco Bongarrà)

Giovedì Vittorio Sgarbi è tornato a fare notizia nei modi con cui ha fatto più notizia negli ultimi decenni: le immagini del suo penoso allontanamento forzato dall’aula della Camera dei Deputati sono molto girate, ma accompagnate da un silenzioso commento “ah, ok, è Sgarbi”. Nel circo di fenomeni da baraccone che ha accompagnato la politica italiana delle passate e presenti legislature, Sgarbi si distingue da altri per ricordare – a intermittenza – la sua competenza sulle cose dell’arte e la sua brillantezza di elaborazioni su temi diversi, quando si comporta come una persona normale. Oggi Michele Serra lo spiega nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, descrivendo quale sia il contesto che abbia reso Sgarbi quello che è raffigurato nelle immagini di giovedì.

La sua maleducazione patologica, il suo imbarazzante narcisismo, la sua aggressività insopportabile, sono stati protetti e nutriti, per decenni, da conduttori e autori televisivi entusiasti di proporre allo spettabile pubblico, come fece Barnum con la Donna Barbuta, l’Uomo che Strilla. Sono stati incentivati e premiati da sponsor politici convinti che l’arroganza e il disprezzo degli altri fossero manifestazioni di “libertà”. E da elettori entusiasti di quell’idea, deprimente e fasulla, di “libertà”. I veri autori di Sgarbi sono loro, non Sgarbi. Sgarbi è solo vittima dei loro applausi.
Così un ragazzo intelligente e colto è diventato un fenomeno da baraccone, e addirittura un vice-leader politico, solamente perché la nostra epoca, della cultura e dell’intelligenza, non sa che farsene.

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