La scuola riparte il 14 settembre

Con la presenza fisica degli studenti, ma con ampia libertà agli istituti per la riorganizzazione di classi, spazi e lezioni per garantire il distanziamento fisico

(Mustafa Kaya/Xinhua via ZUMA Wire)
(Mustafa Kaya/Xinhua via ZUMA Wire)

Durante una riunione della Conferenza Stato-Regioni che si è tenuta oggi, i rappresentanti delle regioni e degli enti locali insieme col governo nazionale hanno approvato le linee guida proposte dal ministero dell’Istruzione per il rientro degli studenti a scuola. La notizia fondamentale è che il nuovo anno scolastico inizierà il prossimo 14 settembre, e gli studenti parteciperanno alle lezioni fisicamente e non a distanza; e dal primo settembre torneranno a scuola gli studenti che devono frequentare corsi di recupero. Ma ci sono molti ma, naturalmente, e molte differenze rispetto a quello che avverrà durante un normale anno scolastico.

Nei giorni scorsi era circolata sui giornali una bozza delle linee guida che era stata molto criticata dagli assessori all’Istruzione di diverse regioni e da insegnanti, genitori e studenti, che giovedì hanno manifestato in diverse città. Le critiche riguardavano principalmente la mancanza di risorse per l’aumento del personale, la proposta di una didattica mista (a distanza e in presenza) per gli studenti delle scuole superiori e l’organizzazione delle lezioni in turni differenziati, per permettere il distanziamento fisico degli studenti.

Rispetto alla prima bozza il ministero ha presentato una nuova serie di linee guida, cercando di accogliere alcune delle proposte fatte negli ultimi giorni. La didattica a distanza ci sarà ma solo “in via complementare” alla didattica in presenza: non sostituirà le lezioni in classe ma potrà servire solo come “sostegno”. Le linee guida prevedono inoltre che la distanza di sicurezza tra gli studenti sia di un metro tra le «rime buccali», cioè da bocca a bocca, mentre dovrà essere di due metri tra l’insegnante e gli studenti. Per quanto riguarda la sicurezza degli studenti, le nuove linee guida prevedono che il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) elabori un nuovo documento che sarà aggiornato gradualmente al variare dell’andamento epidemiologico.

Resta invariata, rispetto alla vecchia bozza, la possibilità data a ogni istituto di organizzare la gestione delle lezioni in autonomia. Viene data la possibilità di «riconfigurare le classi in più gruppi di apprendimento», di dividere dunque la classe e far lavorare ciascun gruppo in ambienti diversi e di «articolare gruppi di alunni provenienti dalla stessa classe o da diverse classi o da diversi anni di corso», di creare cioè gruppi di studio eterogenei anche per età. Resta anche la possibilità che la frequenza scolastica venga organizzata in turni differenziati «anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici».

Indossare la mascherina non sarà obbligatorio, almeno per quanto si è stabilito adesso. Al CTS è affidata la possibilità di valutare a ridosso della ripresa scolastica, quindi entro fine agosto, «la necessità dell’obbligo di mascherina per gli studenti (soprattutto della scuola primaria), per tutta la durata della permanenza a scuola e nei diversi ordini e gradi, una volta che possa essere garantito l’assoluto rispetto del distanziamento fisico sopra menzionato sulla base dell’andamento dell’epidemia anche in riferimento ai diversi contesti territoriali».

Il testo prevede anche l’istituzione di quello che viene definito oscuramente un “cruscotto informatico”, cioè un software o una piattaforma che serva a valutare le criticità delle singole strutture scolastiche e «i casi in cui gli spazi delle aule didattiche espresse in metri quadrati non siano sufficienti ad accogliere tutti gli studenti iscritti». Le linee guida prevedono anche che, nel caso in cui le aule non abbiano spazi sufficienti,  le lezioni si possano svolgere in luoghi pubblici, come musei, teatri e parchi. Le nuove linee guida prevedono anche la creazione di «una cabina di regia COVID-19» con regioni ed enti locali, per consentire un «coordinamento nazionale delle azioni su tutto il territorio».

Nel Consiglio dei ministri del 25 giugno si è deciso poi di aumentare i fondi da stanziare a sostegno della scuola. In tutto verrà stanziato un ulteriore miliardo di euro per l’assunzione di insegnanti e personale tecnico-amministrativo per il prossimo anno.

Viene confermato inoltre che a partire dal prossimo anno scolastico l’insegnamento dell’Educazione civica sarà obbligatorio in tutti i gradi dell’istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia, con almeno 33 ore all’anno dedicate. Si studieranno la Costituzione, lo sviluppo sostenibile (l’educazione ambientale, la tutela del patrimonio, del territorio e dei beni comuni) e la cittadinanza digitale.