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  • Giovedì 11 giugno 2020

In alcune parti degli Stati Uniti i contagi stanno crescendo molto

In Arizona, Texas, Arkansas, Mississippi e Utah i casi positivi aumentano e il sistema sanitario è in sofferenza

Agenti di polizia durante il funerale del sergente Scholwinski, morto dopo aver contratto il coronavirus a Humble, in Texas, il 14 maggio 2020 (Foto AP/David J. Phillip)
Agenti di polizia durante il funerale del sergente Scholwinski, morto dopo aver contratto il coronavirus a Humble, in Texas, il 14 maggio 2020 (Foto AP/David J. Phillip)

Negli Stati Uniti, secondo i dati della Johns Hopkins University, i contagi da coronavirus rilevati hanno superato i 2 milioni. I casi giornalieri di contagio continuano a mantenersi alti, e in particolare in alcuni stati nelle ultime settimane stanno ancora crescendo. Nonostante questo tutti gli stati hanno allentato le misure restrittive imposte per contrastare la diffusione del coronavirus. Lo stato di New York, che è stato l’epicentro dell’epidemia da coronavirus, da lunedì è uscito dalla fase del lockdown e ha avviato le riaperture delle attività; anche il presidente Donald Trump ha annunciato che dal 19 giugno riprenderà i suoi comizi per la campagna elettorale con la presenza di pubblico.

I dati – sintetizzati qui dal New York Times – mostrano però come dopo il weekend del 25 maggio, i casi quotidiani di contagio siano aumentati in Texas, nell’Arkansas, nel Mississippi, nello Utah e in Arizona. In particolare, in questi stati sono aumentati i malati di COVID-19 che devono essere sottoposti a cure medico-ospedaliere. Secondo un’analisi del Washington Post il numero dei positivi è cresciuto di pari passo con quello dei ricoveri nelle ultime due settimane, anche se questi ultimi sono difficili da tracciare perché gli stati li registrano e comunicano in modo diverso o non li comunicano affatto.

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Sempre secondo il Washington Post l’aumento dei casi positivi non sarebbe da collegare a un aumento dei test effettuati: negli stati in cui si rilevano nuovi picchi l’incremento percentuale dei casi di contagio è maggiore di quello dei test. In sostanza i dati dimostrerebbero che non soltanto il numero delle persone positive al coronavirus è aumentato perché “le si cerca di più”, ma proprio perché ci sono stati più contagi e quindi un maggior numero reale di persone che hanno contratto il virus.

Secondo il Washington Post la causa di questa proliferazione dei contagi andrebbe cercata negli affollamenti seguiti alle riaperture che hanno coinciso in molti stati con il weekend del 25 maggio, che era anche quello del Memorial Day, il giorno nel quale negli Stati Uniti d’America si commemorano i soldati americani caduti di tutte le guerre. In quei giorni migliaia di americani si sono spostati nelle località turistiche degli stati oggi più colpiti come il lago Havasu, popolare meta turistica in Arizona, o negli zoo, acquari e parchi acquatici del South Carolina dove l’apertura è stata concessa proprio in occasione del weekend del  Memorial Day.

Lo scorso 20 maggio il presidente Donald Trump aveva commentato il primato statunitense di paese con il maggior numero di contagi come «un onore», in quanto avrebbe dimostrato l’alto numero dei test effettuati e la loro efficienza. Ora però, soprattutto negli stati dove i contagi stanno crescendo di più, l’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario sta creando nuove preoccupazioni.

Arizona
La situazione è particolarmente critica in Arizona, dove il picco di positività secondo gli esperti non si può attribuire all’alto numero di test. Secondo William Hanage, professore di epidemiologia dell’Università di Harvard, la situazione dell’Arizona è «allarmante». In base ai dati diffusi il 10 giugno, in Arizona i casi di contagio rilevati sono 28.852 e i morti 1.095.

Banner Health, il più grande sistema sanitario no-profit dell’Arizona, la scorsa settimana ha detto che i posti in terapia intensiva si stavano riempiendo e che il numero dei pazienti sottoposti a ventilazione polmonare dal 15 maggio era quadruplicato. Il 6 giugno la direttrice del dipartimento della Salute dello stato, Cara M. Christ, ha inviato una lettera agli ospedali esortandoli ad «attivare completamente» i loro piani di emergenza.

Nonostante questo il governatore Repubblicano Doug Ducey ha continuato a sminuire l’emergenza, dichiarando che l’aumento dei casi dopo le riaperture era preventivabile, e ha messo in relazione – contro il parere degli esperti – il picco dei contagi all’aumento dei test. Dal 16 maggio al 9 giugno, però, i casi sono aumentati del 108 per cento mentre i test del 100 per cento. Una stima dell’Institute for Health Metrics and Assessment dell’Università di Washington a metà maggio prevedeva che l’Arizona avrebbe raggiunto circa 2.900 decessi entro il 4 agosto, mentre adesso ne prevede più di 4.400 entro la stessa data.

I dati mostrano che la scorsa settimana in diversi giorni i nuovi casi di contagio sono stati più di mille (1.500 questo mercoledì), mentre nelle settimane precedenti l’aumento era nell’ordine delle centinaia, circa 400 alla fine del lockdown. Ma quello che più preoccupa è il costante aumento dei ricoverati, con sospetto o conferma di contagio da coronavirus, che domenica 7 giugno hanno raggiunto i 1.266, il secondo numero più alto da quando lo stato ha iniziato a riportare i dati il ​​9 aprile.

Texas

Un altro stato dove l’epidemia prosegue in modo preoccupante è il Texas, dove fino a oggi sono stati registrati 75.616 casi di contagio da coronavirus. In base ai dati pubblicati dal dipartimento della Salute dello stato, i nuovi contagi giornalieri mercoledì 10 giugno sono stati 2.504, numero record dall’inizio dell’epidemia e molto più alto del precedente primato di 1.949 casi del 31 maggio.

Dal Memorial Day i casi sono aumentati del 36 per cento, ma il timore più grande, anche in Texas, è il numero dei ricoverati affetti da COVID-19 che al 9 giugno erano saliti a 2.056, con un aumento di quasi centoventi persone in un solo giorno. Le autorità sanitarie locali hanno attribuito l’incremento dei contagi a un cambiamento nel modo in cui il dipartimento della Salute sta segnalando i casi delle tre carceri della contea di Jefferson.

Arkansas, Mississippi e Utah

Anche in Arkansas il sistema sanitario sta faticando: in base ai dati raccolti dal Washington Post, dal Memorial Day i ricoveri sono aumentati dell’88 per cento passando dai 92 del 25 maggio ai 173 del 9 giugno. Secondo le autorità locali, l’aumento dei casi di contagio, arrivati a 10.080, non è dovuto alle recenti proteste del movimento Black Lives Matter, che sono ancora troppo recenti perché abbiano conseguenze visibili. In Mississippi i casi di contagio accertati sono 18.109, e martedì scorso si è registrato il numero massimo di ricoverati: 671, con un aumento del 17 per cento dal Memorial Day. Il 25 maggio erano 573. Anche in Utah stanno aumentando sia i positivi che i ricoveri, con quest’ultimi, arrivati a 230, raddoppiati dal 25 maggio.