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  • Martedì 9 giugno 2020

“Black Lives Matter” ha trovato degli alleati inaspettati: i fan dei BTS

L'attiva comunità di fan della famosa boy band sudcoreana ha raccolto oltre un milione di dollari in un giorno, mobilitandosi online

(Dick Clark Productions )
(Dick Clark Productions )

Tra le celebrità internazionali che si sono schierate a fianco delle proteste statunitensi contro il razzismo e la violenza della polizia di questi giorni ci sono stati anche i BTS, la più famosa band di pop coreano al mondo, che diversamente da quanto si possa credere ha milioni di fan sparsi nel mondo e di tante etnie diverse. Dopo la morte di George Floyd, ucciso da un agente di polizia durante un arresto violento a Minneapolis, i BTS hanno donato un milione di dollari a diverse organizzazioni che si occupano di diritti degli afroamericani, compresa “Black Lives Matter”: e la stessa cifra è stata raccolta in breve tempo dai fan della band, che si sono mobilitati sui social network.

I BTS sono una boy band di Seul e sono famosissimi da diversi anni tra adolescenti e ventenni di tutto il mondo: nel 2019, per dire, sono diventati il secondo gruppo della storia della musica dopo i Beatles ad avere avuto tre dischi al numero uno della classifica Billboard 200 nello stesso anno. Ma i BTS non sono un fenomeno sudcoreano o asiatico: hanno una comunità di fan tra le più numerose e attive del mondo, che si fa chiamare ARMY e che spesso esce dalla sua grande bolla sui social network quando si attiva in massa per rilanciare un hashtag o un meme, finendo ai primi posti delle tendenze sui social network.

– Leggi anche: I BTS per principianti

Spesso gli artisti di k-pop, il pop coreano, hanno avuto difficoltà a prendere posizione su questioni sociali, talvolta per vincoli contrattuali talvolta per paura di alienarsi parte dei fan. La funzione  del k-pop, per gran parte dei suoi interpreti, è strettamente legata all’intrattenimento. I BTS invece sono noti tra gli appassionati per sostenere frequentemente cause sociali e per fare donazioni in beneficenza, che spesso seguite poi da quelle organizzate dalle comunità di fan. Finora però nessuna iniziativa della band aveva avuto il successo e la visibilità della presa di posizione a fianco di chi sta protestando negli Stati Uniti: per questo, la convergenza tra i fan di una band sudcoreana e il movimento per i diritti degli afroamericani è stata commentata con una certa sorpresa.

Sabato, poi, Variety ha scritto che la band insieme alla sua etichetta musicale aveva donato un milione di dollari a varie organizzazioni per i diritti degli afroamericani, e tra i fan è diventato popolare l’hashtag #MatchAMillion, con cui è stata organizzata una raccolta fondi che nel giro di 24 ore ha eguagliato la cifra donata dai BTS e l’ha abbondantemente superata, tanto che è stato fissato un nuovo obiettivo a 1,35 milioni. Kailee Scales, direttrice operativa di “Black Lives Matter”, ha detto che l’organizzazione è «commossa dalla generosità dei BTS e da tutti coloro che nel mondo sono solidali con la battaglia per le vite degli afroamericani».

I fan dei BTS si sono anche attivati in altri modi, per esempio rispondendo a una richiesta della polizia di Dallas che chiedeva di inviare video di comportamenti violenti da parte dei manifestanti su un’app speciale. I fan dei BTS coreani hanno caricato tantissimi video della band e di altri cantanti di k-pop. L’app è stata sospesa dalla polizia il giorno seguente per “problemi tecnici”. Sono successe cose simili dopo richieste analoghe di altri dipartimenti di polizia statunitensi.