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  • Mercoledì 3 giugno 2020

Una giornata un po’ più tranquilla negli Stati Uniti

Nonostante alcuni scontri ed episodi di violenza, l'ottavo giorno di proteste per l'uccisione di George Floyd è stato perlopiù pacifico

Los Angeles. (Brent Stirton/Getty Images)
Los Angeles. (Brent Stirton/Getty Images)

L’ottavo giorno di proteste negli Stati Uniti, martedì, è stato più pacifico dei precedenti, e gli scontri tra manifestanti e polizia e le azioni di violenza brutale e gratuita da parte delle forze dell’ordine viste nell’ultima settimana sono sembrate meno. In diverse città, i manifestanti hanno violato il coprifuoco imposto dalle autorità locali per continuare a chiedere giustizia per la morte di George Floyd, l’uomo afroamericano ucciso durante un arresto violento a Minneapolis la scorsa settimana, e la fine delle sistematiche discriminazioni inflitte dalla polizia statunitense nei confronti degli afroamericani.

Il presidente Donald Trump, che ieri aveva fatto disperdere una folla di manifestanti pacifici radunati davanti alla Casa Bianca con i gas lacrimogeni, per poter posare davanti a una chiesa danneggiata nelle proteste, ha chiesto ai governatori statali di usare la forza per mettere fine alle proteste, chiedendo allo stato di New York di richiamare i riservisti della Guardia Nazionale, come hanno fatto altri 29 stati.

A Manhattan c’è stato un lungo stallo tra polizia e i manifestanti che volevano percorrere il Manhattan Bridge per tornare a Brooklyn, ma alla fine le forze dell’ordine hanno liberato la strada senza cercare lo scontro. A Los Angeles, comunque, la polizia ha fatto centinaia di arresti. Il sindaco della città Eric Garcetti, Democratico, ha raggiunto i manifestanti che si erano radunati davanti alla sua residenza ufficiale, inginocchiandosi in segno di solidarietà. Su di lui sono state fatte forti pressioni per licenziare il capo della polizia della città, che ieri aveva detto in conferenza stampa che i manifestanti violenti avevano le mani macchiate del sangue di Floyd come gli agenti di polizia di Minneapolis.

Ci sono stati episodi di violenze e saccheggi anche ieri: a Philadelphia il proprietario di un’attività ha sparato e ucciso una persona che stava saccheggiando il suo negozio. A St. Louis tra lunedì e martedì cinque poliziotti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco, e uno è morto. Altre violenze sono state segnalate specialmente a New York, ma la situazione nelle grandi città americane è sembrata più tranquilla dei giorni precedenti. A Washington circa 1.000 persone sono rimaste oltre le sette di sera al Lafayette Park, ma non ci sono state grosse tensioni con gli agenti che la presidiavano, e alcuni manifestanti che hanno preso iniziative che rischiavano di far degenerare la situazione sono stati dissuasi dalla folla.

A Houston, in Texas, hanno partecipato alle manifestazioni un gruppo di manifestanti a cavallo: facevano parte del club di appassionati Nonstop Riders. Ad Atlanta e Charlotte la polizia ha disperso i manifestanti con i gas lacrimogeni. Ma la minaccia di Trump di fare intervenire l’esercito, avanzata nei giorni scorsi, è stata accolta con scetticismo e critiche dai governatori statali, scrive Associated Press, secondo cui i piani della stessa Casa Bianca non lo prevedono realmente. L’eco internazionale delle proteste degli Stati Uniti intanto è ampissima, e sono state organizzate manifestazioni anche all’estero: una molto partecipata si è tenuta a Parigi.