Domani riaprono i confini tra le regioni

Da mercoledì 3 giugno ci si potrà spostare liberamente, e per ora non ci sono protocolli autonomi decisi dalle singole regioni

Una spiaggia di Fregene, nel Lazio. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Una spiaggia di Fregene, nel Lazio. (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Da mercoledì 3 giugno saranno nuovamente consentiti gli spostamenti tra regioni diverse per qualsiasi motivo, e non soltanto per lavoro, salute o assoluta necessità, come prevedevano le precedenti restrizioni per la pandemia da coronavirus. La libertà di spostamento vale per tutte le regioni italiane: il governo non ha disposto misure specifiche per prolungare la chiusura dei confini di alcune regioni più colpite, nemmeno per la Lombardia, che quotidianamente registra assai più contagi delle altre.

Precedenti proposte e ipotesi, come quella di fantomatici “passaporti di immunità” per accedere a certe regioni, per il momento non sono state applicate. Diversi presidenti di regione, specialmente nel Sud, area molto meno colpita del Nord, hanno protestato per l’apertura dei confini, ipotizzando protocolli di sicurezza autonomi che però finora non sono stati annunciati con chiarezza e che sembrano di difficile applicazione.

Ci si potrà quindi muovere liberamente, ma alcune regioni hanno detto di volersi organizzare per permettere a chi entra perlomeno di segnalarlo alle autorità sanitarie locali, facoltativamente.

È un’ipotesi di cui ha parlato il presidente della Puglia, Michele Emiliano, per ora senza senza entrare nei dettagli. In Sicilia invece dovrebbe diventare attiva dal 5 giugno un’app, “Sicilia Sicura”, che consente di rimanere in contatto con il sistema sanitario locale e ricevere assistenza in caso di bisogno. In Campania il presidente Vincenzo De Luca ha parlato di «controlli e test rapidi», senza però chiarire in cosa consisterebbero di preciso. Anche il presidente della Sardegna, Christian Solinas, tra i più critici della riapertura, ha parlato di questionari a chi entra nella regione e della possibilità di fare test sierologici.

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Ma nessuna regione ha annunciato piani precisi, e c’è il dubbio che iniziative di questo tipo non possano essere applicate senza un qualche tipo di autorizzazione nazionale. Si sta parlando di moduli da compilare nelle stazioni e negli aeroporti per segnalare la provenienza e la destinazione, per esempio, ma non c’è ancora niente di concreto a parte l’intensificazione delle misurazioni della temperatura corporea.

Indossare la mascherina all’aperto, e non soltanto nei luoghi pubblici chiusi, è obbligatorio per il momento in Lombardia, in Trentino, in Friuli Venezia Giulia (che però potrebbe revocare l’obbligo all’ultimo momento dal 3 giugno) e in Campania. In Piemonte l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto è previsto fino al 2 giugno.

Gli alberghi hanno potuto riaprire ormai dalla scorsa settimana, ma soltanto una parte lo ha fatto. Lo stesso vale per gli stabilimenti balneari, anche se in Sicilia riapriranno sabato 6 giugno.