Una canzone degli Elbow

Ricordi di famiglia, fotografie, e genealogie di giornalismo

(Ian Gavan/Getty Images)
(Ian Gavan/Getty Images)

C’è una canzone nuova dei Bright eyes, con Flea dei Red Hot Chili Peppers che suona il basso, e un’enfasi orchestrale intorno.
Il New York Times ha raccontato storia e versioni di You’ll never walk alone, celebre in Europa come inno del Liverpool e spesso recuperata per occasioni di orgoglio e solidarietà: ma scritta 75 anni fa da una leggendaria coppia di autori americani, Rodgers e Hammerstein (Rodgers era alla sua seconda leggendaria coppia di autori, dopo Rodgers e Hart).

Scattered black and whites
Torniamo su una canzone quieta e notturna, a cominciare dal titolo: bianchienero sparpagliati. Buona per quelle notti in cui la luna illumina le nuvole (non stasera con questa falce), intanto che la canzone inizia con questo arpeggio e questo ritmo monotono, e poi lui che inizia a raccontare.
Been climbing trees I’ve skinned my knees
My hands are black, the sun is going down
She scruffs my hair in the kitchen steam
She’s listening to the dream I weaved today

Parla di ricordi di infanzia, famiglia, e racconti di un nonno: foto in bianco e nero sparpagliate fuori dalla scatola. Con la voce unica – confortevole e tenebrosa insieme – di Guy Garvey degli Elbow, grande band di Manchester arrivata quando finiva il tempo delle grandi band di Manchester, e che meriterebbe fame e riconoscimenti maggiori da noi (da loro, ne hanno in abbondanza). Un articolo su I li spiegava così.
Elbow occupy an unusual, perhaps even unique, position in the UK musical landscape. They have never been fashionable, never cutting-edge. They write albums full of album tracks, instead of albums full of potential hit singles. They can bring Glastonbury to its knees in the most intimate of ways, and in their singer they have someone closer in spirit, and likeability, to Michael Palin than, say, Liam Gallagher.
Tre anni fa fecero un disco speciale, cosa che non mi capita oramai quasi più di riconoscere in un disco tutto intero, contemporaneo. Ma il loro più famoso è questo (e questa canzone), se ci prendete gusto. In queste settimane stanno suonando molto da casa e hanno fatto anche Scattered black and whites. Lui è un omone con una particolare presenza scenica, un tipo da camicie e non da t-shirt. Suo padre era un correttore di bozze al Mirror, con una storia di proteste contro Margaret Thatcher. Scattered black and whites chiudeva il loro primo disco, del 2001.
I come back here from time to time
I shelter here some days
I come back here from time to time
I shelter here some days

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