Quanto si rischia il contagio all’aperto

Ora che possiamo uscire e ci sono più persone in giro, è sicuro fare una passeggiata o starsene al parco? Il rischio di contagio è basso, a patto di seguire qualche regola

Milano, Italia (Ansa/Matteo Corner)
Milano, Italia (Ansa/Matteo Corner)

Oggi in Italia hanno riaperto i negozi e sono state riavviate buona parte delle attività produttive, dopo circa due mesi di restrizioni rese necessarie per rallentare la diffusione della pandemia da coronavirus. Le riaperture comporteranno qualche rischio in più: oltre ad avere portato qualche polemica sull’utilità di rimuovere quasi tutte le limitazioni, in molti si stanno chiedendo se con la possibilità di tornare a uscire più assiduamente ci siano rischi più alti e concreti di essere contagiati.

Goccioline
Oltre cinque mesi di pandemia ci hanno insegnato che il coronavirus si diffonde per lo più attraverso le minuscole gocce di saliva (“droplet”) che le persone infette emettono tossendo, starnutendo, parlando e anche respirando durante uno sforzo (per esempio mentre corrono). I droplet più grandi rimangono per pochissimo tempo nell’aria e cadono sulle superfici, dove secondo alcuni studi il virus può resistere per poche ore e fino a un massimo di due-tre giorni. Le gocce di saliva più piccole possono invece rimanere in sospensione per diversi minuti, ma secondo i ricercatori questo non implica particolari rischi, soprattutto se ci si trova all’aria aperta.

All’aperto le particelle del coronavirus (virioni) emesse con i droplet vengono rapidamente diluite nell’aria, e questo riduce la possibilità che se ne respirino quantità tali da essere pericolose. Un singolo virione non è sufficiente per causare un’infezione e viene facilmente distrutto dal sistema immunitario, prima che possa fare danni. Le ricerche sulla quantità oltre la quale i virioni del coronavirus possano causare un’infezione non sono ancora definitive, ma stimano comunque da alcune centinaia a diverse migliaia di singole particelle virali entro brevi tempi di esposizione.

– Leggi anche: Una prima piccola buona notizia su un vaccino contro il coronavirus

Una persona piuttosto contagiosa può emettere con uno starnuto droplet contenenti fino a 200 milioni di particelle virali. In un ambiente chiuso e con scarso ricambio d’aria potrebbe rivelarsi rischioso per le persone che condividono lo stesso spazio, mentre i rischi sono enormemente più bassi all’aria aperta dove anche quantità significative di virioni vengono rapidamente diluite.

Vento e contagi
Molti temono che una folata di vento possa trasportare per diversi metri i droplet emessi da un colpo di tosse o uno starnuto, con il concreto rischio di infettare qualcuno che si era tenuto a debita distanza. In realtà il vento tende a disperdere i droplet e a ridurne sensibilmente la concentrazione, quindi con un basso rischio di essere contagiati.

Le evidenze scientifiche sui contagi all’aria aperta sono per ora sporadiche, anche se non da sottovalutare. Uno studio realizzato in Cina con l’analisi di 7.300 casi positivi al coronavirus ha rilevato che in un caso il contagio era avvenuto all’aperto. Un uomo di 27 anni aveva intrattenuto una conversazione con un conoscente da poco tornato da Wuhan, la città cinese in cui è iniziata la pandemia. Dopo sette giorni aveva manifestato i primi sintomi della COVID-19 e un successivo esame aveva confermato la positività al coronavirus.

Come hanno spiegato diversi esperti al New York Times, lo studio cinese ci ricorda che il rischio è più basso all’esterno rispetto agli ambienti chiusi, ma non è comunque pari a zero. Ci possono essere particolari circostanze, per esempio una persona che rimane per lungo tempo e senza protezione adeguate a stretto contatto con un individuo contagioso. Appare invece più improbabile che la trasmissione possa avvenire tra due persone che si incrociano per strada passandosi vicine.

Attività fisica
Mentre si fa attività fisica si espirano quantità maggiori di aria e questo fa aumentare la probabilità che un contagioso diffonda più virioni nell’ambiente circostante. Anche in questo caso i ricercatori ritengono comunque che non ci siano particolari rischi nel passare vicino o essere superati da persone che fanno una corsa, vanno in bicicletta o sono impegnate in una passeggiata a passo veloce. Il tempo in cui si rimane vicini è molto basso e tale da costituire un rischio limitato.

Piscine e mare
Non ci sono invece ancora prove chiare e certe sui rischi di contagio in particolari luoghi all’aperto, che con l’avvicinarsi dell’estate saranno sempre più frequentati, come piscine, laghi e stabilimenti balneari. Dalle conoscenze attuali e da quelle su altri virus il contagio attraverso l’acqua appare improbabile, per via della grande diluizione che subirebbero le particelle virali. Il contagio potrebbe però essere possibile se ci fosse particolare affollamento a bordo piscina, lungo il bagnasciuga o anche in acqua tra più persone.

Ristoranti e ritrovi
Nei ristoranti, anche con tavoli all’aperto, potrebbe esserci qualche complicazione in più a causa della maggiore permanenza delle persone e dell’entrare in contatto con molti oggetti che potrebbero essere contaminati. Il consiglio è frequentare solo luoghi che garantiscano una corretta distanza tra i tavoli e di farlo solo con le persone con cui già si convive, e con le quali si costituisce una sorta di bolla isolata.

La stessa regola dovrebbe valere anche per i ritrovi tra amici, che in Italia possono avvenire all’aperto purché non creino assembramento e con il rispetto del distanziamento e delle protezioni. Anche nei ritrovi privati si dovrebbero privilegiare iniziative condivise con persone con cui già si condividono gli stessi spazi, limitando le altre a pochi amici, costituendo un gruppo stabile nel quale sono ridotti al minimo i contatti con membri esterni.

La regola più importante da applicare rimane comunque quella del distanziamento fisico, mantenendo almeno un metro di distanza dal prossimo. È una misura sufficiente per ridurre di molto il rischio di contagio nei luoghi all’aperto. Nel caso in cui non si sia sicuri di poter mantenere agilmente il metro di distanza è consigliabile indossare una mascherina, che può contribuire a ridurre la diffusione dei droplet con i rischi che comportano.