Una canzone degli Immaculate fools

Ci sono band che spariscono dopo il successo iniziale, ma continuano a provarci, e qualche popolo le accoglie

(Leo Lyons 2018)
(Leo Lyons 2018)

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Immaculate fools
Non sapevo più niente degli Immaculate fools (sì, si chiama così sia la band che il loro pezzo più famoso). Avevano avuto qualche successo internazionale col primo disco, nel 1985, pop britannico da anni Ottanta più sul côté melodico che sintetico. Poi ne fecero ancora, con qualche attenzione nel loro paese: erano del Kent, due coppie di fratelli. Ho scoperto oggi googlando che si sciolsero e il leader della band se ne tenne il nome e negli anni scorsi si è trasferito in Spagna, dove continua a fare musica con qualche attenzione: la Spagna era il paese dove i loro primi dischi erano andati più forte e là hanno conservato una popolarità per via di quelli.

Questa cosa dei paesi che adottano delle band straniere e danno loro dei successi maggiori che le loro patrie, e più duraturi, è affascinante (non posso non citare il caso, benché diverso, dei Genesis: il cui successo mondiale cominciò con un grande successo italiano). “Big in Japan”, come si diceva.

Comunque, lui si chiama Kevin Weatherill, gli ho scritto su Facebook per sapere se potevo usare la foto qui sopra e lui è stato molto gentile e lusingato e mi ha detto solo di citare il fotografo che si chiama Leo Lyons. Secondo me quando mi ha chiesto di che canzone avrei parlato avrebbe preferito che non fosse ancora la solita Immaculate fools, ma ha fatto finta di niente.

Immaculate fools aveva soprattutto un bell’incipit di sintetizzatore, ed era un’ottima canzone, nella versione che girò un po’ il mondo e che stava nel disco. Con un testo un po’ disordinato di malinconie e languori, di cose che mancano e cose che non ci si godono, ma con qualche compiacimento.
We are enchanted
We are immaculate
We are selected

Sul lato B del singolo (e poi su alcune edizioni del 33 giri) c’era però una “acoustic version” più ridotta all’osso ma proprio per questo più ruvida e più rock, pur essendo lenta e notturna, di pianoforte e con una strofa sola. Cantata più brilla e più sofferta.
We talk of changes
We talk of many things
When there is sadness
We re-arrange the dreams
Those tainted promises
They fade and die
We forget so easily
The love inside

(qui c’è lui che fa la versione originale 35 anni fa e ora: pensa la vita che fanno questi)
Già che siamo qui vi passo anche questa, bella, dal loro disco dopo.

Immaculate fools su Spotify c’è solo nella versione principale.
Immaculate fools su Apple Music idem
Immaculate fools su YouTube invece c’è anche nella versione acustica

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