Una canzone di Van Morrison

Una canzone che sembra sempre che stia per succedere qualcosa che non succede mai

(Jason Davis/Getty Images for Americana Music)
(Jason Davis/Getty Images for Americana Music)

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Sweet thing
Intanto i fondamentali: “Van” è il nome, abbreviazione di Ivan; il cognome è Morrison.
È che Van Morrison è uno dei più grandi cantautori della storia per parere universale di ogni musicista, ma è ignorato da tantissime persone che non saprebbero dire neanche una sua canzone (toh, questa, almeno). Vedi un po’, è irlandese pure lui. Di quegli irlandesi con un debole per il soul. Ha quasi 75 anni e ha pubblicato una quarantina di dischi in più di mezzo secolo.
E poi non saprei mettere insieme una sintesi assennata di tutto quello che ha fatto, quindi vi lascio un’altra storia su una sua canzone e la selezione di Playlist e vengo a Sweet thing.

Che è una canzone d’amore e di sentire la mancanza di qualcuno. Stava nel suo secondo disco, del 1968, l’adorato e leggendario Astral weeks (e ne hanno fatto una bella cover lunga i Waterboys).
And I shall drive my chariot
Down your streets and cry
Hey, it’s me, I’m dynamite
And I don’t know why’
And you shall take me strongly
In your arms again
And I will not remember
That I even felt the pain.
We shall walk and talk
In gardens all misty and wet with rain
And I will never, never, never
Grow so old again.

Ma soprattutto è una canzone con un andamento creativo e spericolato, che di fatto non ha un ritornello, e si spinge un po’ più in là a ogni verso dando la sensazione che succederà qualcosa che non succede mai, e alla fine è finita e ti accorgi di quanto te la sei goduta e ricominceresti.
Na-na na-na-na na-nà.

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