Il governo ha rinviato le elezioni regionali e comunali

A causa del coronavirus, quelle previste per la primavera si terranno invece fra settembre e dicembre

(ANSA / CIRO FUSCO)
(ANSA / CIRO FUSCO)

Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che rinvia le elezioni regionali e comunali previste per questa primavera. Le elezioni in questione non si terranno prima di settembre. Un comunicato stampa del governo spiega infatti che il voto si terrà «in una domenica compresa tra il 15 settembre e il 15 dicembre» e che «gli organi elettivi regionali a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020 durino in carica cinque anni e tre mesi e che le elezioni si svolgano nei sessanta giorni successivi a tale termine o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori».

Significa, più semplicemente, che nelle sette regioni in cui si sarebbe dovuto votare prima dell’estate (Veneto, Liguria, Campania, Toscana, Marche, Puglia e Valle d’Aosta) e negli oltre mille comuni che dovevano rinnovare il sindaco e il consiglio comunale – fra cui Venezia, Trento, Bolzano, Mantova, Reggio Calabria e Macerata – si andrà invece a votare tra diversi mesi. Il decreto legge che rinvia le elezioni prevede però, come ha precisato il ministero dell’Interno, che «le consultazioni elettorali possano essere rinviate di non oltre tre mesi», una volta indette.

Come ha spiegato il Fatto Quotidiano, quattro presidenti delle regioni il cui voto è stato spostato hanno scritto al governo per chiedere invece che si possa votare in estate. La lettera è stata firmata sia da presidenti di centrodestra – Giovanni Toti per la Liguria e da Luca Zaia per il Veneto – che da presidenti del Partito Democratico: Vincenzo De Luca per la Campania e Michele Emiliano per la Puglia.

È probabile che per le sette regioni e i comuni in cui si andrà al voto si penserà a un unico giorno di elezioni, il cosiddetto election day, in cui potrebbe anche tenersi il referendum sul taglio dei parlamentari.