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  • Martedì 7 aprile 2020

Il caso della portaerei Roosevelt

Il capitano aveva denunciato i molti casi di contagio a bordo in una lettera poi arrivata sui giornali, il segretario della Marina lo ha rimosso e insultato con un messaggio trasmesso dagli altoparlanti della nave

Ryan M. Breeden/U.S. Navy via Getty Images
Ryan M. Breeden/U.S. Navy via Getty Images

Il segretario alla Marina degli Stati Uniti, Thomas B. Modly, ha insultato pubblicamente il capitano Brett Crozier, ex comandante della portaerei Theodore Roosevelt, rimosso nei giorni scorsi per aver denunciato la possibilità di un contagio incontrollabile da coronavirus fra i quasi cinquemila membri del suo equipaggio. Modly ha definito Crozier «troppo ingenuo o troppo stupido per essere un ufficiale comandante di una nave» come la portaerei Roosevelt, e l’ha fatto con un messaggio rivolto ai marinai dagli altoparlanti della stessa nave militare.

Non solo: il segretario della Marina ha accusato gli stessi membri dell’equipaggio di aver appoggiato il capitano Crozier, risultato poi egli stesso positivo al coronavirus, che attraverso una lettera ai vertici della Marina – pubblicata dal San Francisco Chronicle – aveva chiesto maggiore sicurezza sanitaria per i militari al suo comando, generando l’irritazione dell’amministrazione Trump che aveva deciso quindi, fra le polemiche, di destituirlo dal suo incarico.

Crozier nella lettera aveva scritto che la situazione a bordo della nave richiedeva una «soluzione politica», e aveva aggiunto: «Non siamo in guerra e ai marinai non è richiesto di dare la vita». I militari risultati positivi al coronavirus sulla Roosevelt il 3 aprile, giorno della destituzione del comandante, erano 155, ma meno della metà dei 4.800 militari era stata sottoposta ai test. I primi tre casi erano stati accertati il 24 marzo. Per il comandante, visti gli spazi ridotti a bordo e quindi l’impossibilità di assicurare i distanziamenti indispensabili per arginare il contagio, si sarebbero dovute predisporre delle cabine dedicate per mettere in quarantena i soldati contagiati. «Non siamo in guerra nel senso tradizionale della parola, ma non siamo nemmeno completamente in pace», aveva replicato il segretario alla Marina, congedando il comandante dal suo incarico.

Lo scorso 4 aprile i marinai della Roosevelt avevano reso omaggio a Crozier mentre questo sbarcava per l’ultima volta dalla nave. In un video si può ascoltare il coro dei militari «Captain Crozier, Captain Crozier» e il lungo applauso nel momento in cui l’ormai ex comandante della nave attraversava la passerella.

Nell’audiomessaggio, il segretario Modly ha attaccato i membri dell’equipaggio per aver assecondato l’iniziativa di Crozier, che si sarebbe dimostrato non rispettoso della catena di comando della Marina. L’accusa rivolta al comandante è aver fatto trapelare la lettera alla stampa, mentre sarebbe stato suo dovere segnalare la criticità della situazione soltanto ai suoi superiori (Modly accusa Crozier di aver inviato il documento a «20 o 30 altre persone», provocando un «putiferio»). Secondo quanto riferisce il New York Times le parole di Modly avrebbero pesantemente demoralizzato l’equipaggio. C’è chi fra i marinai riferisce di aver pensato che Modly li avesse definiti stupidi per aver riposto tanta fiducia nel loro ufficiale in comando, e chi fra i più giovani, a seguito delle parole del segretario, avrebbe deciso di lasciare la Marina subito dopo l’addestramento.

Modly era arrivato a bordo della Roosevelt intorno alle 13 di lunedì 6 aprile con poco preavviso. Alcuni membri dell’equipaggio della portaerei si trovavano in quarantena negli hotel di Guam, ma molti erano ancora sulla nave. «Volevo venire sulla nave da quando abbiamo scoperto che qui c’erano casi di Covid-19», ha premesso Modly. Poi ha parlato di come la Cina fosse responsabile del virus e ha accusato il governo di Pechino di aver peggiorato la crisi non avendo subito informato della gravità del contagio. Poi sono arrivate le critiche al capitano Crozier e gli avvertimenti all’equipaggio. Secondo i racconti dei marinai, dopo il suo discorso il segretario non avrebbe visitato la nave e se ne sarebbe andato in meno di 30 minuti.

Lo stesso Trump aveva criticato l’ex comandante Crozier, perché avrebbe involontariamente rivelato una debolezza dell’esercito. Il presidente era stato però più cauto del suo segretario; aveva ricordato l’ottima carriera militare di Crozier e aveva aggiunto: «Voglio verificare cosa sia successo veramente, perché non voglio distruggere qualcuno per aver avuto una brutta giornata».

La decisione del segretario Modly di rimuovere il capitano Crozier senza aver prima condotto un’indagine è stata criticata sia dal principale ammiraglio della Marina, Michael M. Gilday, il capo delle operazioni navali, sia dal capo dell’esercito, il generale Mark A. Milley. «Sono inorridito dal contenuto del suo discorso all’equipaggio», ha detto l’ammiraglio Mike Mullen, già capo di stato maggiore sotto la presidenza di George W. Bush e di Barack Obama, riferendosi alle parole di Modly .