Le polemiche sull’inaugurazione del nuovo ospedale di Milano

La conferenza stampa era affollata e secondo qualcuno non sono state rispettate le distanze di sicurezza tra le persone: Gallera ha detto che non importa, perché avevano tutti le mascherine

L'inaugurazione del nuovo ospedale della Fiera di Milano (ANSA/Mourad Balti Touati)
L'inaugurazione del nuovo ospedale della Fiera di Milano (ANSA/Mourad Balti Touati)

Martedì mattina è stato inaugurato a Milano il nuovo ospedale all’interno della Fiera di Milano, allestito in poche settimane per ospitare i pazienti che hanno bisogno di cure contro il coronavirus. L’ospedale, costruito nei padiglioni 1 e 2 della cosiddetta FieraMilanoCity, cioè il vecchio centro congressi di Milano, avrà circa 200 posti letto dedicati esclusivamente a due reparti (terapia intensiva e sub-intensiva) e accoglierà i primi pazienti positivi al coronavirus già nel fine settimana.

La cerimonia di inaugurazione – a cui hanno partecipato anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera – è stata però criticata per il modo in cui è stata gestita la conferenza stampa, a cui hanno partecipato decine di giornalisti, fotografi, cameraman e altri addetti ai lavori. Qualcuno ha criticato l’opportunità stessa di tenere una conferenza stampa dal vivo invece che in videoconferenza, altri sostengono che all’evento abbiano partecipato troppe persone e che non siano state rispettare le distanze di sicurezza imposte dal governo per limitare la diffusione del virus.

Da quanto ha potuto verificare Il Post, però, gli organizzatori della conferenza avevano preso diverse precauzioni: all’ingresso della sala è stata provata la febbre a tutte le persone che entravano, erano presenti vari distributori di disinfettante per le mani, e le sedie riservate ai giornalisti erano ben distanziate fra loro (cosa che non si nota dalle foto e dai video circolati sui social network).

Nel pomeriggio, nella quotidiana conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza della regione Lombardia, Gallera ha risposto a queste critiche, sostenendo che tutti nella sala avessero le mascherine e che il poco distanziamento tra le persone non fosse quindi un problema. Gallera ha aggiunto che questo vale in tutti i contesti sociali, contraddicendo di fatto le linee guida delle autorità sanitarie e del governo, che consigliano di rimanere a un metro di distanza dalle altre persone in pubblico, per evitare rischi di contagio.

La distanza è fondamentale perché evita che uno con il vapore acqueo, con le goccioline o gli sputi possa nel parlare arrivare a qualcun altro. […] Quando abbiamo tutti la mascherina, anche se ci sono distanze più ravvicinate siamo comunque protetti. Quindi il distanziamento è importante, ma se siamo tutti protetti non è per forza necessario essere a un metro e mezzo

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