Una canzone di 50 Cent e The Game

Rapper che litigano, ma voi non ci pensate e sparecchiate allegramente

(Kevin Winter/Getty Images)
(Kevin Winter/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

Hate it or love it
Un po’ per sparigliare, un po’ per andare incontro ad alcune delle proposte vostre, stasera non solo la mettiamo vivace e ballerina, ma pure rap, e di una certa notorietà. E infine breve, che troppo lunga l’ho fatta nei giorni scorsi.
Quindici anni fa il musicista rap californiano che si fa chiamare The Game fece il suo primo disco, coccolato da una produzione che ci aveva investito molto e gli aveva messo accanto una serie di campioni del mondo della categoria. Poi lui avrebbe litigato con quasi tutti, in un rituale frequente in quelle frange dell’hip-hop che Stefano Vizio del Post definisce con sdegno “i tamarri dell’hip-hop”, aggiungendo “gente invecchiata male, che ha voluto fare il gangsta rap violento e misogino quando quelli bravi si inventavano altro: sono un po’ i Journey dell’hip-hop”.
Qui è dove per farlo perdonare dai fan dei Journey (e da Luca Misculin del Post) linko Don’t stop believin’.
Comunque, io non mi voglio immischiare in queste cose: la mia parte preferita dei pezzi hip-hop è il resto, ovvero le basi e i campionamenti di cose altrui. Hate it or love it usa una cosa di fiati da un vecchio pezzo dei Trammps (che sono quelli di Disco inferno tra le altre cose), lo trasforma in un gran ritmo a girare e tutto il pezzo ha molto di disco e soul anni Settanta. E ha ancora addosso qualcosa del rap leggero e allegro dei classici, come quei passaggi scioglilingua in cui “the underdog’s on top” suona “don de don don dap”. Nel pezzo con The Game c’è 50 Cent, un altro della categoria con cui poi ci furono litigi e contumelie. La solita gran canzone per sparecchiare, il giovedì sera.

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