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  • Lunedì 2 marzo 2020

Cosa sta facendo la Francia sul coronavirus

Sta cambiando strategia: sta adottando misure più drastiche, anche per prendere tempo ed evitare il caos negli ospedali

Il presidente francese Emmanuel Macron incontra il personale medico dell'ospedale Salpetriere a Parigi, 27 febbraio 2020 (EPA/MARTIN BUREAU / POOL)
Il presidente francese Emmanuel Macron incontra il personale medico dell'ospedale Salpetriere a Parigi, 27 febbraio 2020 (EPA/MARTIN BUREAU / POOL)

Negli ultimi due giorni la Francia ha introdotto nuove regole per cercare di contenere la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2): tra le altre cose, ha vietato le manifestazioni con più di 5mila persone, ha ordinato la chiusura delle scuole nelle zone considerate più a rischio, come alcuni comuni nel dipartimento dell’Oise, nella regione dell’Alta Francia, e del dipartimento di Morbihan, nella regione della Bretagna, e ha sospeso le gite scolastiche all’estero. Le nuove misure – ha spiegato Jerome Salomon, direttore generale della Salute – sono più complete rispetto a quelle adottate fino a pochi giorni fa: «La domanda non è più se il nuovo coronavirus si diffonderà in tutto il territorio nazionale, ma quando lo farà», ha scritto Le Monde.

Secondo gli ultimi dati ufficiali diffusi dal ministero della Sanità, le persone risultate positive al virus in Francia sono 130, di cui 9 in condizioni critiche. Finora le morti legate alla COVID-19 – la malattia causata dal coronavirus – sono state 2. La Francia è oggi il secondo paese europeo con più persone risultate positive ai test, dopo l’Italia.

Fino a sabato, la Francia aveva adottato misure molto limitate per frenare la diffusione del coronavirus, tra cui l’imposizione di due settimane di autoisolamento per le persone che tornavano da aree considerate a rischio, per esempio alcune regioni del Nord Italia. Jerome Salomon ha spiegato però che la diffusione del virus in diverse parti del territorio nazionale ha forzato il governo a cambiare strategia e ad adottare misure anche al di là delle zone finora più interessate, cioè il dipartimento dell’Oise, quello dell’Alta Savoia e Parigi. La logica oggi è quella di «rallentare la diffusione del virus», ha detto Salomon, soprattutto per evitare il caos negli ospedali.

Il ministero della Sanità è preoccupato in particolare per la capacità dei reparti di terapia intensiva degli ospedali francesi di farsi carico di tutti i nuovi casi di coronavirus.

Non è una preoccupazione di poco conto: è la stessa emersa nell’ultima settimana nella maggioranza degli ospedali della Lombardia, i cui reparti di terapia intensiva sono pieni e soffrono di mancanza di personale. Daniel Levy-Bruhl, responsabile dell’unità infezioni respiratorie dell’Agenzia nazionale di salute pubblica, ha detto che ritardare la diffusione del coronavirus permetterebbe inoltre di dimettere le persone che oggi sono ricoverate nelle terapie intensive francesi a causa dell’influenza stagionale, liberando quindi letti e personale.

Questo periodo di preparazione, ha aggiunto Levy-Bruhl, è ancora più importante considerando che non si conosce il comportamento del coronavirus nel lungo termine: in altre parole, non è scontato che il coronavirus si comporti come i virus dell’influenza stagionale, che non trovano più le condizioni favorevoli alla loro trasmissione con l’arrivo del caldo (al momento non ci sono comunque sufficienti evidenze scientifiche per sostenerlo o escluderlo).

Per tutte queste ragioni, negli ultimi due giorni il governo francese ha adottato misure più drastiche per frenare la diffusione del virus: ha cancellato la mezza maratona a Parigi a cui erano iscritti 44mila partecipanti, ha chiuso il Salone dell’Agricoltura che si stava tenendo nella capitale francese, ha cancellato il Salone del Libro, il più importante evento in Francia nel campo dell’editoria che si sarebbe dovuto tenere vicino a Versailles tra il 20 e il 23 marzo, e ha rimandato a giugno il MIPIM, il grande evento internazionale dedicato al settore immobiliare organizzato ogni anno a Cannes.

Domenica, inoltre, è rimasto chiuso il Louvre, a causa del prolungarsi delle discussioni tra il personale e i dirigenti su come applicare le istruzioni fornite dal governo francese per contenere la possibile diffusione del virus.