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  • Domenica 9 febbraio 2020

La strage in un centro commerciale in Thailandia

Un sergente dell'esercito ha ucciso 26 persone prima di morire nell'irruzione della polizia, arrivata dopo ore di assedio

Agenti della polizia scientifica thailandese vicino all'automobile usata dall'autore di una serie di sparatorie a Nakhon Ratchasima, fuori dal centro commerciale Terminal 21, il 9 febbraio 2020 (AP Photo/Wason Wanichakorn)
Agenti della polizia scientifica thailandese vicino all'automobile usata dall'autore di una serie di sparatorie a Nakhon Ratchasima, fuori dal centro commerciale Terminal 21, il 9 febbraio 2020 (AP Photo/Wason Wanichakorn)

Tra sabato e domenica in Thailandia, nella città nord-orientale di Nakhon Ratchasima, c’è stata una serie di sparatorie in cui sono morte 26 persone e ne sono rimaste ferite 57, di cui quattro in modo grave. Il responsabile, un soldato il cui movente è ancora poco chiaro, è stato ucciso dalla polizia dopo circa 12 ore di assedio del centro commerciale in cui l’uomo aveva ucciso gran parte delle sue vittime e dove si era poi rintanato.

Per quanto le armi da fuoco siano molto diffuse in Thailandia (ce ne sono più di 10 milioni per 69 milioni di abitanti), sparatorie come questa, apparentemente simile a quelle che avvengono frequentemente negli Stati Uniti, non sono comuni. Nel sud del paese non sono rari gli episodi di violenza – a novembre un gruppo armato aveva ucciso almeno 15 persone a un checkpoint – ma sono legati a una storica lotta di una minoranza etnica malese, musulmana, contro la maggioranza buddista. Il paese ha comunque uno dei più alti tassi di omicidi con armi da fuoco in Asia e il mese scorso un uomo armato aveva ucciso tre persone in un centro commerciale di Lopburi, che come Nakhon Ratchasima è a nord di Bangkok.

Le sparatorie di ieri sono cominciate quando in Thailandia erano le 15.30 e in Italia le 9.30. Lo sparatore è il sergente Jakkrapanth Thomma, che prima ha ucciso il suo superiore nella base militare di Suatham Phithak, nel sud della città. Dopodiché ha rubato armi, munizioni e un’automobile dell’esercito e si è spostato verso il centro commerciale Terminal 21, sparando a caso in diversi momenti lungo la strada.

Circa alle 18, quando in Italia erano le 12, Jakraphanth è arrivato al centro commerciale, dove è entrato portando con sé varie armi, tra cui un fucile automatico. Lì ha ucciso la maggior parte delle sue vittime e pubblicandone foto e video sulla sua pagina Facebook, poi rimossa. La polizia thailandese ha circondato il centro commerciale e fatto uscire subito decine di persone, poi è iniziato un lungo assedio: la polizia non poteva semplicemente entrare a cercare Jakraphanth per via del gran numero di persone ancora all’interno del Terminal 21. Alle 3, quando in Italia erano le 21, le squadre speciali della polizia hanno infine fatto irruzione nel centro commerciale; sei ore e mezza dopo la polizia ha confermato che Jakraphanth era stato ucciso.

Il primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha ha detto che sembra che Jakraphanth fosse frustrato perché credeva di essere stato truffato in un affare di qualche tipo. Non è chiaro però come questo lo abbia portato a sparare contro tante persone sconosciute.

Nakhon Ratchasima, detta anche Korat, ha quasi 130mila abitanti e si trova in una delle zone più povere della Thailandia.