Ci vorrebbe un Oscar per gli stuntmen

Non c'è e non c'è mai stato, ma qualcuno ci sta provando: il loro lavoro sta diventando sempre più importante

Ai prossimi Oscar – il 10 febbraio – il favorito per il premio per il migliore attore non protagonista è Brad Pitt, che in C’era una volta… a Hollywood interpreta Cliff Booth: l’autista, il tuttofare, il galoppino personale e lo stuntman/controfigura di Rick Dalton, l’attore interpretato da Leonardo DiCaprio. Dovesse vincere, quindi, vincerebbe un Oscar per aver interpretato uno stuntman. Il problema, secondo sempre più addetti ai lavori, è che tra le 24 categorie che saranno premiate non ce ne sarà nemmeno una per gli stuntman (o le stuntwoman): cioè per chi gira certe scene al posto degli attori e attrici o, in altri casi, si occupa di tutto quello che c’è da fare per far sì che a girarle possano essere loro.

La persona che più di tutte si sta impegnando affinché anche gli stuntmen abbiano una loro categoria agli Oscar è Jack Gill, che ha 64 anni e dopo averne passati molti a fare lo stuntman in prima persona è diventato stunt coordinator. In poche parole, il suo lavoro consiste nel fare da tramite tra regista, troupe, stuntmen, controfigure e attori: per capire come girare in sicurezza certe scene, nei tempi e nei modi richiesti, accontentando se possibile tutte le parti in causa. Dagli anni Settanta Gill ha lavorato a quasi 200 tra film e serie tv, e qualche mese fa raccontò a Bilge Ebiri di Vulture la sua battaglia per l’introduzione di un Oscar per premiare il lavoro degli stuntmen.

Tutto iniziò nel 1991, dopo una discussione con il regista Sydney Lumet sul set di Una estranea fra noi. Più che una discussione, anzi, fu una domanda: Lumet gli chiese perché non esistesse un Oscar per gli stuntmen, Gill disse che non ne aveva idea, e Lumet iniziò quindi con il proporre Gill come nuovo membro dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’associazione che assegna gli Oscar (e che ha migliaia di membri, tra attori registi e professionisti di vario tipo del cinema).

Grazie a Lumet (che come ogni membro poteva suggerirne di nuovi da far entrare) Gill entrò a far parte di quella che per semplicità tutti chiamano Academy e iniziò a occuparsi della faccenda. Scoprì che anche solo per proporre una nuova categoria avrebbe dovuto creare una sorta di gruppo interno all’Academy composto unicamente da stuntmen, perché a votare i film nominati sono tutti i membri, ma sono solo i veri addetti ai lavori a scegliere chi nominare per le varie categorie. E Gill era uno dei pochissimi stuntmen a far parte dell’Academy: anche solo per pensare di creare una categoria da premiare, serviva che diversi membri di quella categoria diventassero membri dell’Academy.

Sono passati quasi trent’anni e, secondo quanto detto da Gill, gli stuntmen che oggi fanno parte dell’Academy sono 95 (e diventeranno presto più di 100), ma ancora non esiste un Oscar per gli stuntmen (o le stuntwomen, o i loro coordinatori). Gill ha detto a Vulture che negli anni ha ottenuto il sostegno di sempre più persone – compresi alcuni registi considerati molto influenti – ma che non è cambiato granché.

L’Oscar per gli stuntmen è una cosa che ciclicamente salta fuori, e con ogni probabilità viene anche discussa alle riunioni direttive dell’Academy, senza che sia mai stato approvato e introdotto. Gill ha detto: «All’inizio sembrava che volessero venirmi incontro. Poi, con il passare degli anni, si sono stancati di me. Ora è difficile persino farmi dare un appuntamento».

Tutto questo mentre nel cinema gli stuntmen stanno diventando sempre più importanti, per il semplice fatto che aumentano i film e le scene che richiedono di dare o prendere pugni e calci, fare salti o piroette, scalare cose, saltare giù da cose e chissà che altro. In molti casi, però, tutto questo avviene nei film che piacciono molto al pubblico e in genere non vincono però molti Oscar. Introdurre un premio agli stuntmen sarebbe quindi una buona occasione per dare un po’ più di rilevanza anche a film come un qualsiasi Fast & Furious o uno dei tre John Wick, oltre che per premiare gli stuntmen che ci hanno lavorato.

Come ha scritto Ebiri, «ormai siamo un po’ più consapevoli del fatto che ci siano persone che distruggono automobili e saltano fuori dagli aerei e si fanno picchiare per il nostro intrattenimento». La presenza degli stuntmen è stata indispensabile per Mad Max: Fury Road, uno dei film più apprezzati e sorprendenti del decennio ed è alla base di ognuno dei Mission: Impossible fatti finora. Anche se a fare gli stunt (“le acrobazie”) spesso è Tom Cruise in persona, c’è sempre bisogno di una serie di persone che gli permettano di farlo.

Mad Max: Fury Road

La crescente rilevanza degli stuntmen si vede anche dal fatto che negli ultimi anni diversi tra loro siano diventati registi: Chad Stahelski, controfigura di Keanu Reeves in Matrix, è il regista di tutti e tre i John Wick; l’ex stuntman David Leitch ha diretto Atomica bionda, Deadpool 2 e Fast & Furious – Hobbs & Shaw.

Non è possibile non accorgersi di questa tendenza, e infatti in molti se ne sono accorti. Dal 2007, per fare un esempio, il sindacato degli attori – lo Screen Actors Guild – premia il miglior “cast” di stuntman. L’anno scorso vinsero gli stuntmen e le stuntwomen di Black Panther, per il cinema, e quelli di GLOW per la televisione (trattandosi di una serie sul wrestling, una lotta simulata, si trattava quindi di fare finta di fare finta di combattere).

Perché, quindi, nonostante tutte queste buone ragioni, non esiste un Oscar per gli stuntmen?

Non è facile dirlo, perché l’Academy non si è mai chiaramente espressa sulla questione. Potrebbe essere perché è difficile capire quale stuntman abbia fatto cosa, ma Gill risponde che l’Oscar andrebbe a tutti gli stunt fatti in un film e a come sono stati coordinati, non a un singolo stuntman. Come esiste un Oscar per il film con i migliori effetti speciali, ci sarebbe un Oscar per il film con i migliori stuntmen. O potrebbe essere perché 24 categorie sono già fin troppe e un altro premio finirebbe per allungare ancora di più la già lunga cerimonia. Gill sostiene che si accontenterebbe, almeno all’inizio, di un premio assegnato dall’Academy anche se non effettivamente consegnato nella notte degli Oscar.

Qualcuno sostiene anche che a certi attori o a certe attrici non farebbe piacere dividere la serata con controfigure, stuntmen o stuntwomen. Ma anche in questo caso non sembra un problema insuperabile: per prima cosa perché è proprio il sindacato degli attori ad aver previsto nel 2007 un premio per gli stuntmen, e poi perché molti attori – tra gli altri Tom Cruise e Leonardo DiCaprio – hanno parlato a favore di un nuovo Oscar per gli stuntmen. Per certi versi, poi, sarebbe come dire che i registi potrebbero essere contrari a un Oscar per gli effetti speciali, perché fa vedere che non tutto, non sempre, è solo merito loro.

La tesi di Vulture è che l’ostacolo più grande sia il fatto che gran parte degli addetti ai lavori vede gli stuntmen come «una classe inferiore nell’industria cinematografica». Gill concorda: «È come far parte di un esclusivo club di golf dove puoi guardare gli altri giocare, ma non giochi mai». È anche vero, però, che i migliori tra gli stuntmen ormai guadagnano bene (anche se di certo non bene quanto i migliori tra gli attori) e che, nella storia, diversi stuntmen sono diventati più o meno famosi e, in alcuni casi, premiato con degli appositi Oscar alla carriera.