Una canzone di Bonnie “Prince” Billy

(Roland Popp/picture-alliance/dpa/AP Images)
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Negli Stati Uniti c’è stata una storia speculare a Elsa Fornero che non sapeva chi fosse “Cicciogamer”: Billie Eilish che non sapeva chi fosse “Van Halen”, e grandi agitazioni. Poi però pare che scherzasse.
Sempre in totale trasparenza, io non avevo mai sentito “la canzone più popolare del 2019” secondo il Guardian.
Il solito annuale consiglio di regalo di Natale è diventato un po’ difficile da fare, perché il disco si trova con difficoltà e poi la musica è diventata ormai immateriale e poco regalabile: ma insomma, Il Natale del barbone.

New wonder
Non so a voi, ma a me non capita spesso che una canzone mi fulmini al primo ascolto. Ho bisogno di tempo. E quando capita, spesso era un abbaglio: rimane buona nel tempo, ma dopo un po’ si affievolisce, era soprattutto l’effetto della novità. Qualche volta però capita, e resta, e aveva qualcosa di speciale da subito. Mi ricordo quando ascoltai la prima volta Sledgehammer, per esempio, e wow. Certo, direte voi.
Più di recente, mi è successo con New wonder, che uscì da sola, come singolo. Era diversa. Credo si capisca: sia che se ne percepisca più in generale un’atmosfera, sia che si isolino lo strimpello di chitarra, i versi sussurrati, il coro angelico, il modo con cui lui appoggia lì le parole. E poi quando dice “left behiiiind…”.
Lui è Will Oldham, cantautore del Kentucky che ha pubblicato la maggior parte dei suoi dischi col nome di Bonnie “Prince” Billy, e soprattutto ne ha pubblicati tantissimi, in media uno all’anno da 25 anni, costruendo un culto di fans ed estimatori: Wikipedia cita per lui la definizione di “solipsista post-punk degli Appalachi”. New wonder fu pubblicata insieme a Emmet Kelly – altro cantautore americano, titolare della band Cairo Gang – per raccogliere fondi per Haiti dopo il terremoto.

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