Gli articoli della Stampa sono di nuovo coperti da copyright, dopo l’abbandono della licenza Creative Commons

(Fabio Ferrari - LaPresse)
(Fabio Ferrari - LaPresse)

Il quotidiano La Stampa ha smesso di diffondere i suoi contenuti con la licenza Creative Commons – una licenza sul diritto d’autore più flessibile di quella usata normalmente dai quotidiani, che aveva iniziato a usare nel 2015 – e di essere quindi tornato al più tradizionale copyright. In sintesi, quindi, dopo qualche anno la Stampa ha scelto di tornare a un tipo di licenza meno flessibile in cui ci sono “tutti i diritti riservati” e non, come nel caso di licenza Creative Commons, solo alcuni diritti.

La Public Editor della Stampa, Anna Masera, ha scritto che «si tratta di una decisione presa dopo la revisione grafica e il cambio di sistema editoriale online per uniformarsi alle altre testate del gruppo Gedi, di cui La Stampa fa parte» e che la decisione è stata presa perché «in questi ultimi anni è cambiato lo scenario».

La licenza adottata era la forma di CC più restrittiva: prevedeva l’obbligo di credit (by) ad autore e testata, subordinava gli usi commerciali a uno specifico accordo (nc – non commerciale), e vietava l’uso derivativo (nd – non derivative): cioè non si poteva prendere un pezzo della Stampa e inserirlo in un’altra opera senza autorizzazione di autore ed editore. Fatte salve queste condizioni, il singolo articolo era condivisibile.