(Current Biology 29, R1055–R1069, 21 ottobre 2019, © 2019 Elsevier Ltd)

L’uccello più rumoroso del mondo

Quando il campanaro bianco canta a squarciagola, se ne accorge tutta la foresta

Probabilmente non avete mai sentito parlare del campanaro bianco (Procnias albus), un uccello che vive in Centro e Sud America, ma se lo sentirete cantare non lo scorderete mai più. Secondo una ricerca da poco pubblicata su Current Biology, il campanaro bianco è infatti l’uccello conosciuto più rumoroso al mondo: il suo canto raggiunge un volume paragonabile a quello di un aereo al decollo, ascoltato a una cinquantina di metri di distanza dalla pista. L’uccello usa le sue poderose doti canore per farsi notare dalle sue simili e riprodursi, e ha la strana abitudine di cantare a squarciagola anche quando ormai ha attirato una compagna e ce l’ha a pochi centimetri di distanza dal suo becco.

Il campanaro bianco non è molto appariscente, se confrontato con il piumaggio variopinto di altri uccelli amazzonici. Fatta eccezione per la sua bocca molto ampia, con un bargiglio lungo e affusolato che si diparte dalla parte superiore del becco, è un uccello piuttosto anonimo e che passerebbe facilmente inosservato, non fosse per le sue poderose doti canore.

Il suo verso ha un che di metallico e alieno, e quando canta insieme ai suoi simili sembra quasi di trovarsi in una fucina dove “alcuni fabbri fanno a gara” su chi sia il più rumoroso, per metterla come l’ha spiegata Arthur Gomes, uno studente di biologia dell’Università Statale di San Paolo coinvolto nella ricerca.

L’idea di studiare il campanaro bianco è venuta un paio di anni fa a Mario Cohn-Haft, tra i responsabili dell’Istituto nazionale di ricerca sull’Amazzonia in Brasile, mentre stava conducendo un’escursione nella Serra do Apiaú, un altopiano del Brasile. Osservò alcuni esemplari di campanari, rendendosi conto che il canto di queste specie era udibile in buona parte delle montagne che stava esplorando, e che poteva essere percepito a chilometri di distanza.

Cohn-Haft notò i campanari bianchi e iniziò a osservarli con attenzione. Si accorse della loro parete addominale piuttosto spessa e si chiese se avesse qualcosa a che fare con la loro rumorosità (la parete addominale delimita la cavità addominale ed è in pratica il contenitore di numerosi organi e altri tessuti interni). Per capirne qualcosa di più, scattò alcune fotografie e le inviò a Jeffrey Podos dell’Università del Massachusetts (Stati Uniti), ed esperto di bioacustica, la scienza che studia la produzione e la dispersione del suono nel regno animale.

Nel 2018 i due ricercatori decisero di unire le forze e di studiare meglio i campanari bianchi, per valutarne la rumorosità con misuratori di decibel e di distanza. Fino a qualche tempo fa, questi strumenti erano piuttosto ingombranti e costosi, quindi complicati da portare in giro durante spedizioni in aree poco accessibili (e magari con pochi finanziamenti). I progressi degli ultimi anni li hanno resi più economici e semplici da trasportare, aprendo nuove possibilità a chi fa ricerca.

Raggiunto l’altopiano, Cohn-Haft e Podos si sono messi a misurare la distanza di alcuni esemplari di campanaro bianco e a rilevarne poi il canto, notando che viene prodotto con due varianti: una più lunga e modulata, e una più breve e con un volume molto più alto che raggiunge i 125 decibel, pari appunto a sentire un aereo a reazione che decolla a 50 metri di distanza circa. Il dato è tre volte superiore a quello della piha urlatrice (Lipaugus vociferans), finora considerato l’uccello con il record di rumorosità.

Le due versioni del canto assolvono a scopi diversi e i ricercatori hanno notato che più il campanaro bianco canta ad alto volume, meno dura la sua esibizione. Il canto più rumoroso è inoltre più semplice e meno modulato, perché evidentemente richiede più energie per essere eseguito.

I ricercatori sono rimasti invece perplessi per il comportamento del campanaro bianco quando riesce a rimediare una compagna. Per corteggiarla, le dà le spalle e poi inizia a girarle intorno urlandole a più non posso in faccia. È un sistema di corteggiamento insolito, perché di solito gli uccelli riducono il volume dei loro versi quando ormai la femmina ha mostrato di avere interesse e sta partecipando al corteggiamento.

Lo strano comportamento dei campanari bianchi potrebbe offrire nuove prospettive su come funzioni il corteggiamento in alcune specie di uccelli, ma per capirlo meglio i ricercatori dovranno compiere altre osservazioni in natura. Podos ha ammesso di averne finora osservati pochi e che quindi il comportamento potrebbe indicare qualcosa di diverso: “Non abbiamo mai visto un accoppiamento tra loro, non abbiamo mai visto cosa faccia un maschio molto abile. Quelli che abbiamo osservato potrebbero essere semplicemente degli sfigati”.

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