• Mondo
  • Lunedì 14 ottobre 2019

Le condanne ai leader indipendentisti catalani

Il Tribunale Supremo spagnolo ha stabilito pene molto dure per gli eventi dell'ottobre 2017: migliaia di persone stanno protestando in tutta la Catalogna contro la sentenza

Manifestanti a favore dell'indipendenza catalana a Sabadell, 23 settembre 2019 (AP Photo/Emilio Morenatti)
Manifestanti a favore dell'indipendenza catalana a Sabadell, 23 settembre 2019 (AP Photo/Emilio Morenatti)

Il Tribunale Supremo, alto tribunale spagnolo con sede a Madrid, ha reso pubblica la sentenza del processo contro i 12 leader indipendentisti catalani accusati di diversi reati per i fatti che portarono alla dichiarazione unilaterale d’indipendenza della Catalogna, nell’ottobre 2017.

Nove leader indipendentisti – sia ex membri del governo guidato dal presidente Carles Puigdemont, sia leader di organizzazioni della società civile – sono stati condannati per il reato di sedizione, che punisce una rivolta pubblica contro l’autorità; nessuno è stato invece condannato per il reato più grave, la ribellione, che si verifica solo quando c’è un uso della violenza finalizzato a rovesciare l’ordine costituzionale. Quattro ex ministri sono stati condannati anche per il reato di malversazione, cioè gestione illecita di fondi pubblici. Altri tre imputati, gli unici che non si trovano in carcere preventivo, sono stati condannati solo per il reato di disobbedienza. Dopo la sentenza, inoltre, il giudice Pablo Llarena, del Tribunale Supremo, ha riattivato il mandato di arresto europeo per Puigdemont, per i reati di sedizione e malversazione: una richiesta di estradizione per Puigdemont, che però includeva anche il reato di ribellione, era già stata esaminata da un tribunale tedesco lo scorso anno, ma era stata bocciata.

La condanna più grave è stato inflitta all’ex vicepresidente del governo indipendentista catalano Oriol Junqueras, del partito Esquerra Republicana (ERC), di sinistra. Junqueras è stato condannato a 13 anni di carcere per sedizione, aggravata per la sua carica di vicepresidente, e malversazione. L’ex presidente del Parlamento catalano, Carme Forcadell, è stata condannata a 11 anni e 6 mesi di carcere, mentre Jordi Cuixart e Jordi Sànchez, leader di due organizzazioni indipendentiste della società civile (Òmnium e Assemblea Nazionale Catalana) a 9 anni. Nessuno degli imputati in custodia cautelare è stato condannato a meno di 9 anni di carcere.

Quello concluso a Madrid è stato considerato il processo più importante della storia recente spagnola e potrebbe avere conseguenze rilevanti, visto che politici e gruppi indipendentisti catalani si preparano da settimane ad azioni di protesta e sabotaggio. Lunedì sono iniziate proteste contro la sentenza in diverse città della Catalogna, tra cui Girona e Barcellona. All’aeroporto El Prat di Barcellona ci sono stati scontri tra poliziotti e manifestanti e gli agenti hanno preso diverse misure per evitare l’arrivo di altri manifestanti: centinaia di persone, comunque, sono partite dal centro città intenzionate a raggiungere a piedi l’aeroporto (oltre 15 chilometri di distanza).

La sentenza avrà un grosso impatto anche sulla campagna elettorale in corso in Spagna, iniziata in vista delle elezioni anticipate del 10 novembre. I Socialisti del primo ministro uscente Pedro Sánchez hanno già detto che rispetteranno la sentenza, che sono pronti a prendere qualsiasi misura necessaria per mantenere l’ordine e che per il momento non c’è alcuna intenzione di concedere l’indulto ai condannati. Posizioni troppo dure nei confronti degli indipendentisti catalani potrebbero però danneggiare Sánchez nel caso in cui il primo ministro uscente si trovasse di nuovo nella situazione di provare a formare un governo: in diverse occasioni, infatti, i Socialisti hanno ottenuto la maggioranza parlamentare grazie all’appoggio dei nazionalisti e indipendentisti baschi e catalani.

Il processo ha riguardato gli eventi incredibili e inaspettati che si verificarono in Catalogna nell’autunno del 2017, tra cui la celebrazione di un referendum sull’indipendenza catalana considerato illegale dal governo e dalla magistratura spagnola, e la dichiarazione unilaterale di indipendenza proclamata da Puigdemont con l’approvazione del Parlamento locale. Nel processo di Madrid non sono stati imputati tutti i leader catalani accusati di avere tentato la secessione della Catalogna: non lo è stato per esempio Puigdemont, che dopo avere lasciato la Spagna, e dopo una lunga vicenda giudiziaria, si trova in Belgio.