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  • Venerdì 11 ottobre 2019

La storia per cui si litiga all’Università di Oxford

Il decano del prestigioso Christ Church College ha chiesto un aumento, ma è finito tutto in una battaglia legale complicata dalle antiche regole della scuola

(CTK via AP Images)
(CTK via AP Images)

Una storia iniziata due anni fa per una richiesta respinta di aumento di stipendio sta creando parecchi imbarazzi a uno dei più antichi e prestigiosi college dell’Università di Oxford. Il decano del college Christ Church sta aspramente litigando con il consiglio del college per ottenere un aumento di stipendio, ma la questione ha aperto uno scontro tra la parte laica e quella religiosa della scuola, i cui membri si guardano con sospetto alla mensa, cercando di capire chi sta dalla parte di chi, mentre anziani e orgogliosi professori scoppiano in lacrime quando raccontano ai giornalisti cosa sta accadendo alla loro prestigiosa istituzione.

La storia, raccontata in un lungo e dettagliato articolo dal Financial Times, comincia nel 2017, quando il decano del college di Christ Church inviò una lettera al comitato incaricato di decidere i salari chiedendo un aumento. L’università di Oxford, come Cambridge e molte altre università britanniche, è in realtà una federazione di singoli college indipendenti dal corpo centrale dell’università. Ogni college ha un suo bilancio, una sua organizzazione interna, un suo regolamento e un suo comitato che decide gli importi degli stipendi.

Christ Church in questo è ancora più particolare. Fondato nel 1515 dal cardinale Wolseley, è infatti l’unico college britannico che è allo stesso tempo un’istituzione religiosa. Il college è formato da una specie di “partnership” tra il capitolo della cattedrale di Oxford e l’università. Il “presidente” del college è anche il decano della cattedrale, un sacerdote anglicano nominato direttamente dal monarca britannico. Il consiglio dirigente del college presieduto dal decano è formato dai sei membri del capitolo della cattedrale (anche loro religiosi) e da altri 58 membri laici: 53 accademici e 5 esterni (fino al Diciottesimo secolo, a comandare il Christ Church c’erano invece solo i religiosi).

Lo scontro degli ultimi due anni ha diviso il college lungo le familiari linee dell’affiliazione religiosa o accademica: da un lato i sacerdoti e religiosi che appoggiano il loro decano, dall’altro il corpo di professori ed ex studenti che forma il resto dell’amministrazione del college.

La questione ruota tutta intorno allo stipendio di Martyn Percy, il nuovo giovane, ambizioso e combattivo decano del college nominato nel 2014. Noto per le sue posizioni molto aperte sui diritti LGBT e sull’inclusione delle donne nella chiesa anglicana, già prima di arrivare a Christ Church, Percy si era fatto una fama di attaccabrighe, criticando e punzecchiando pubblicamente altri sacerdoti e vescovi suoi superiori appartenenti al campo dei conservatori.

Non passò molto prima che Percy iniziasse a trovare cose che non andavano anche al Christ Church. Il principale problema che venne fuori era il suo stipendio. In quanto decano Percy non guadagna poco: circa 90 mila sterline l’anno (più o meno 100 mila euro). A questo bisogna aggiungere un alloggio gratuito all’interno del college, la garanzia di un aiuto domestico, vitto e molti altri benefici. In una serie di email indirizzate al comitato che doveva decidere il suo stipendio (e che è controllato dalla fazione accademica) Percy scrisse che lo stipendio non era abbastanza alto e i benefit non erano veri benefit. L’alloggio interno al college, ad esempio, non andava considerato un vantaggio, ma un obbligo, poiché Percy non aveva altra scelta che risiedere lì.

Il botta e risposta tra Percy e il comitato andò avanti per circa un anno, con toni sempre più accesi. Lo stipendio di Percy venne sottoposto alla revisione da parte di una commissione interna che stabilì che era congruo alle funzioni svolte dal decano, ma Percy protestò e disse che la commissione aveva svolto un lavoro parziale e insufficiente. Quando, poco tempo dopo, gli accademici scoprirono che Percy aveva chiesto una consulenza legale a spese del college su come intervenire per modificare la composizione del comitato incaricato di decidere gli stipendi, lo scontro divenne aperto.

Nell’autunno del 2018, gli accademici chiesero a Percy di lasciare l’incarico, offrendogli un alloggio gratuito e due anni di stipendio per togliere il disturbo. Percy rifiutò e, secondo fonti interpellate dal Financial Times, non avrebbe mai potuto accettare una simile offerta: i molti nemici che si è fatto nella chiesa anglicana significavano che perso il lavoro a Christ Church non avrebbe avuto molte altre possibilità di trovare altri impieghi ben remunerati.

Visto che il mandato del decano di Christ Church è a vita, l’unica altra possibilità per rimuovere Percy era quella di sottoporlo a un processo interno (in realtà c’è anche un altro modo di rimuovere Percy: tirare in ballo direttamente la Regina, cosa che, comprensibilmente, tutti vorrebbero evitare). Lo statuto del Christ Church prescrive che il decano possa essere rimosso se compie atti “immorali o scandalosi” (negli altri college invece è molto più semplice cacciare un decano: ad esempio basta dimostrare che sono stati compiuti atti che hanno “danneggiato le attività del college”). Così, a settembre dell’anno scorso, sette membri del consiglio del college hanno presentato un formale atto di accusa nei suoi confronti.

Gli alleati di Percy e lo stesso decano sono insorti, accusando i membri accademici del consiglio di aver mosso accuse completamente fuori scala rispetto al caso in discussione. Accusare Percy di comportamenti “immorali o scandalosi” fa pensare che il decano abbia compiuto molestie sessuali o che si sia appropriato di fondi del college, non che sia in corso una semplice, per quanto aspra, battaglia sul suo stipendio.

Il procedimento interno si è svolto nei mesi successivi a porte chiuse e ha coinvolto un ex giudice della Corte Suprema britannica a cui sono stati presentati tutti gli elementi del caso. Come i difensori di Percy sospettavano, alla fine il giudizio è stato favorevole al decano. L’ex giudice ha concluso che non c’è modo di dimostrare che Percy abbia compiuto atti “immorali o scandalosi”. Chi ha letto le carte (che sono segrete, come tutto il processo e tutto quello che è avvenuto in questa vicenda) dice però che il giudice ha comunque criticato Percy per aver usato i fondi del college per studiare una strategia da usare contro i suoi stessi dirigenti.

Terminato il processo interno, amici e nemici dicono che Percy è tornato al college animato da “spirito di vendetta”. Ora chiede che tutte le carte del procedimento, comprese decine di mail  scambiate tra lui e il comitato direttivo, vengano rese pubbliche, una prospettiva definita “spaventosa” da diversi membri del comitato. Nel frattempo, però, altri strascichi legali gli impediscono di presiedere le riunioni del comitato. I religiosi suoi alleati portano avanti la sua battaglia, in particolare quella per pubblicare le carte del processo interno, mentre gli accademici esasperati hanno iniziato a minacciare di utilizzare l’arma finale: separare il college dalla cattedrale dopo 500 anni, risolvendo così il problema alla radice (il che però creerebbe un secondo problema: decidere a chi andranno i beni per circa 500 milioni di sterline posseduti dal college).