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  • Giovedì 10 ottobre 2019

Il caso Bibbiano si sgonfia un po’

Un'indagine interna del Tribunale dei minorenni di Bologna ha mostrato che non c'era nessuno strapotere dei servizi sociali e che i giudici si opponevano spesso alle loro richieste

Il municipio di Bibbiano, 23 luglio 2019 (ANSA/ TOMMASO ROMANIN)
Il municipio di Bibbiano, 23 luglio 2019 (ANSA/ TOMMASO ROMANIN)

Un’indagine interna del Tribunale per i minorenni di Bologna, quello che si è occupato anche dei casi dell’inchiesta di Bibbiano, ha mostrato che su 100 richieste di affidamento presentate dai servizi sociali della Val d’Enza il tribunale ne aveva accolte solo 15, smentendo l’ipotesi di una connivenza dei giudici nel presunto “sistema Bibbiano”. I risultati dell’indagine interna sono stati riferiti a metà settembre dal presidente del Tribunale Giuseppe Spadaro durante una riunione con i nuovi dirigenti dei servizi sociali della Val d’Enza e sono stati riportati mercoledì dai giornali. Queste novità smontano alcune delle ipotesi e tesi avanzate da giornali e politici dopo l’inizio dell’indagine sugli affidamenti a Bibbiano, ma non riguardano il merito dei casi di affidamento al centro dell’indagine “Angeli e Demoni”, che è ancora in corso.

L’indagine “Angeli e Demoni” era iniziata nel 2018 e lo scorso 27 giugno aveva portato ad arresti e misure cautelari per diverse persone collegate ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni che condividono la gestione di molti servizi. Secondo i pubblici ministeri di Reggio Emilia, gli psicologi e gli assistenti sociali coinvolti nell’indagine volevano guadagnare sfruttando l’affidamento dei bambini: a questo scopo avrebbero falsificato documenti e manipolato le dichiarazioni dei bambini in modo che emergessero situazioni di abusi e violenze in famiglia – che in realtà non sarebbero mai avvenute – tali da giustificare il loro affido ad altri nuclei familiari. I casi su cui si indagava inizialmente erano 9, ma la procura aveva detto di voler rivedere altre decine di casi.

Dell’inchiesta parlarono subito con grande clamore giornali e politici, alcuni dei quali ipotizzarono l’esistenza di un cosiddetto “Sistema Bibbiano”, un’organizzazione che coinvolgeva anche politici e giudici il cui scopo era togliere bambini alle loro famiglie. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha spesso parlato di “Bambini rubati alle loro famiglie”, mentre Luigi Di Maio aveva parlato di “bambini tolti ai genitori e addirittura sottoposti a elettroshock”, riprendendo una notizia falsa diffusa nei primi giorni di luglio dai giornali.

L’indagine interna del Tribunale dei minorenni di Bologna è stata condotta sui documenti relativi alle richieste di affidamento fatte dai servizi sociali della Val d’Enza. I giudici del Tribunale hanno quindi riesaminato tutti i casi degli ultimi anni, per capire se ci fossero stati errori o forzature sugli affidamenti anche da parte dei giudici. Su 100 casi riesaminati, dicono i giornali, in 85 il Tribunale aveva deciso contro l’affidamento, limitandosi solo in alcuni casi a chiedere il cosiddetto “affido esplorativo”, una misura temporanea che non prevede l’allontanamento dei minori dalle famiglie. Negli altri 15 era stato invece stabilito l’affidamento e tra questi rientrano anche i 9 casi dell’inchiesta “Angeli e Demoni”. Il mensile Vita spiega che «in 8 casi i genitori non hanno fatto ricorso, quindi nei fatti riconoscendo la necessità di quella decisione. Contro le sentenze di allontanamento sono stati presentati invece 7 ricorsi, tutti successivamente respinti dalla sezione minori della Corte d’Appello».

L’indagine del Tribunale di Bologna ha anche chiarito che al momento degli arresti di giugno, 7 dei 9 casi di affidamento su cui indagava la procura si erano già di fatto risolti con il rientro in famiglia dei bambini. Quando quest’estate i giornali hanno parlato del ricongiungimento dei bambini dati in affido con le loro famiglie stavano quindi riportando fatti avvenuti diversi mesi prima. Sui restanti due casi, come aveva già spiegato a settembre Avvenire, sono ancora in corso accertamenti per capire se far rientrare i bambini in famiglia o proseguire con l’affido.

Queste novità non riguardano nel merito i casi di affidamento dell’indagine “Angeli e Demoni” e non riguardano le accuse nei confronti dei diversi indagati (che includono frode processuale, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata e tentata estorsione). Secondo la procura, psicologi e assistenti sociali avevano manipolato gli atti delle richieste di affidamento – in alcuni casi anche con violenze nei confronti dei bambini – per convincere i giudici a garantire gli affidi. Il fatto che i ricorsi sugli affidamenti siano stati respinti in appello, per esempio, potrebbe essere dipeso dalla manipolazione degli atti e dei documenti processuali e non da una reale necessità di affidamento dei bambini.

Quello che però sembra dimostrare l’indagine interna del Tribunale è che il presunto “Sistema Bibbiano” non coinvolgeva in ogni caso i giudici, che nella maggior parte dei casi prendevano decisioni contrarie alle richieste dei servizi sociali. Secondo Vita, mensile che si occupa soprattutto del terzo settore, davanti ai numeri presentati da Giuseppe Spadaro «perde pezzi la tesi dello “strapotere” degli assistenti sociali, secondo cui a Bibbiano come in tutta Italia “decidono tutto i Servizi”».