• Sport
  • Lunedì 23 settembre 2019

Cosa sta provando a fare la Juventus

Dopo le prime partite è chiaro che i piani di Maurizio Sarri per la Juventus sono ambiziosi, e che ci sarà bisogno di tempo

Maurizio Sarri a bordo campo durante Juventus-Hellas Verona (Marco Alpozzi/LaPresse)
Maurizio Sarri a bordo campo durante Juventus-Hellas Verona (Marco Alpozzi/LaPresse)

Non si può dire che per la Juventus sia stato un inizio di stagione entusiasmante, anche se le incertezze mostrate dalla squadra nelle prime partite hanno reso chiari i piani del suo nuovo allenatore, Maurizio Sarri. Come ampiamente discusso negli ultimi mesi, con Sarri la Juventus ha rilanciato le sue ambizioni, cercando un calcio più offensivo e propositivo – rispetto allo stile più cauto e attendista di Massimiliano Allegri – per imporsi ancora in Italia e per distinguersi in Europa. Il nuovo ambizioso corso della squadra, tuttavia, richiederà del tempo per ingranare.

I nuovi principi di gioco della Juventus sono opposti a quelli vecchi, a partire dall’atteggiamento difensivo. Con Allegri la Juventus accettava di giocare bassa e di difendere con tutta la squadra, rientrando con i giocatori verso la propria area per affollarla e “soffocare” le azioni avversarie con le densità creata. Una volta recuperato il pallone, ripartiva verso l’attacco sfruttando le grandi doti tecniche in velocità dei suoi giocatori, senza pari in Italia.

Con Sarri tutto questo non esiste più. La Juventus ora vuole imporre il proprio gioco e per iniziare a farlo deve escludere la possibilità di arretrare quando la palla è in possesso degli avversari. La linea difensiva si sta abituando a posizionarsi costantemente all’altezza della linea di centrocampo in fase di attacco, e a rimanere il più alta possibile quando perde il possesso del pallone. Va da sé che difendere con trenta metri di campo aperto alle spalle è molto più difficile e rischioso del sistema precedente. È per questo motivo – come spiegato da Sarri sabato scorso, dopo la sofferta vittoria contro il neopromosso Hellas Verona – che la squadra tende ancora istintivamente a chiudersi verso la propria area, snaturando in parte la nuova mentalità offensiva. In tutto questo, l’infortunio del capitano Giorgio Chiellini non ha di certo aiutato.

(Marco Alpozzi/LaPresse)

Seguendo questi principi, la Juventus ora difende occupando il campo, e non marcando a uomo gli avversari: un altro grosso cambiamento che richiederà tempo per essere assimilato e nel frattempo potrà causare fraintendimenti, come quelli alla base dei tanti gol subiti su calci piazzati (due soltanto contro l’Atletico Madrid in Champions League). Anche la fase offensiva dovrà abituarsi alle novità, dalla circolazione della palla con passaggi brevi allo sviluppo del gioco sulle “catene” esterne e al maggior coinvolgimento nelle azioni di Cristiano Ronaldo, il fulcro del reparto.

Ma se nel calcio il tempo concesso alle squadre è sempre poco, alla Juventus ne viene concesso ancora meno. In questi mesi, oltre ad abituarsi ai nuovi principi di gioco, la squadra deve pensare a fare punti, anche considerando lo scatto iniziale dell’Inter in campionato. Sotto questo aspetto la Juventus sta confermando il suo valore: nonostante tutto è ancora imbattuta, ha vinto uno scontro diretto contro il Napoli e ha pareggiato a Madrid in uno dei campi più impegnativi del calcio europeo.